Ordine del Giorno “Intitolazione di una via o piazza a Hina Saleem" 10.03.2014
ODG “INTITOLAZIONE DI UNA VIA O PIAZZA A HINA SALEEM”
IL CONSIGLIO COMUNALE DI FAENZA riunito in data 10.03.2014
Premesso:
- che il 12 agosto 2006 fu rinvenuto il corpo della ventunenne Hina Saleem;
- che la ragazza fu barbaramente sgozzata dal padre e da altri due uomini;
- che la ragazza era fidanzata con un uomo italiano;
- che movente dell’omicidio, secondo le parole dello stesso padre, sarebbe stato: “Sono stato io, da solo. Non volevo che diventasse come le ragazze di qui. Le avevo chiesto di cambiare vita, ma lei non voleva”;
- che secondo le dichiarazioni della madre Bushra, pur sostenendo di voler denunciare il marito, sembra aver dichiarato: “Ha fatto giustizia”;
- che, sempre a detta della madre, sembra che la ragazza fosse una “cattiva musulmana”; non rispettava il Corano e diceva bugie;
- che Hina aveva già denunciato il padre per averla percossa con un bastone, ferita con un taglierino ed abusato sessualmente di lei;
Considerato:
- che i casi di violenze sulle donne sono ormai quotidiani ed intollerabili;
- che tutti coloro i quali vivono sul suolo dello Stato Italiano non possono non riconoscere la libertà e la parità della donna;
- che alcune culture impongono ancora oggi alla donna comportamenti non liberamente scelti ed una posizione nella società marginale;
- che tali culture non possono non definirsi maschiliste;
Sottolineato:
- che la Costituzione della Repubblica Italiana all’art. 3 sancisce: “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”;
- che i diritti delle donne costituiscono parte integrante ed inalienabile di quel patrimonio di diritti universali in cui si riconoscono le moderne società democratiche. In tal senso la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1979, ratificata dall’Italia nel 1985, rappresenta uno degli strumenti di diritto internazionale più importanti in materia di tutela dei diritti umani delle donne. La Convenzione muove dal riconoscimento pieno ed integrale del principio di uguaglianza e di pari opportunità in tutti gli aspetti della vita politica, economica, sociale e culturale, rafforzando e tutelando, altresì, l’altro non meno importante principio di non discriminazione, che ne costituisce il corollario, attraverso una serie di previsioni e misure volte all’eliminazione di tutte quelle forme di distinzione basate sul genere che abbiano l’effetto di limitare il riconoscimento e l’esercizio, da parte delle donne, dei propri diritti in ogni ambito della vita pubblica e privata. La Convenzione definisce non solo il passaggio da una eguaglianza formale ad una sostanziale, da attuarsi attraverso azioni ed interventi programmatici, ma avvalora contemporaneamente il principio della differenza di genere, preludendo alla delicata questione fra universalità dei diritti e riconoscimento delle diversità. La Convenzione impegna gli Stati che l’hanno sottoscritta ad eliminare tutte le forme di discriminazione contro le donne, nell’esercizio dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali, indicando una serie di misure cui gli Stati devono attenersi per il raggiungimento di una piena e sostanziale uguaglianza fra donne e uomini;
- che con legge costituzionale 30 maggio 2003, n. 1 “Modifica dell’articolo 51 della Costituzione”, la Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica, con la maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, hanno approvato l’art. 1, che recita: “All’articolo 51, primo comma, della Costituzione, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini».”
- che è fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato;
- che esistono già nel nostro Comune strutture che si occupano di casi di violenze sulle donne e programmi educativi;
- che nonostante questo, i dati effettivi di violenza sulle donne sono assolutamente molto più consistenti rispetto a quelli denunciati;
impegna il Sindaco e la Giunta
- a proporre alla Commissione Toponomastica di intitolare una via o piazza alla memoria di Hina Saleem, martire dei fondamentalismi e del maschilismo;
- a potenziare i percorsi formativi contro le violenze nelle scuole, rendendoli obbligatori a partire dalle medie inferiori, con incontri mirati sulla libertà delle donne, sui diritti delle donne, sul pieno riconoscimento delle pari opportunità dello Stato Italiano.
Votato all’unanimità