Bilancio partecipato
La partecipazione intesa come contributo dei cittadini al governo del territorio è divenuta celebre negli anni novanta grazie a Porto Alegre, città brasiliana di più di un milione di abitanti che per prima si è cimentata col bilancio partecipato. In Italia, il bilancio partecipato si è diffuso più tardi, a partire dalla fine degli anni '90.
Il bisogno e la crucialità della partecipazione nelle decisioni pubbliche sono attuali anche oggi: da allora però lo scenario nazionale e internazionale è profondamente mutato. Nello specifico della realtà di un ente come il Comune di Faenza non è possibile non tenere conto della brusca evoluzione che la finanza locale ha avuto rispetto anche solo a 5 o 6 anni fa. Se allora si disponeva di ampi margini di libertà nel decidere come spendere le risorse di bilancio, oggi gli spazi di manovra – tra crisi economica, tagli ai trasferimenti e patto di stabilità - sono strettissimi.
Ma le difficoltà possono essere anche occasione di rilancio. “In contesti come quello attuale, segnato da tensione economica, la partecipazione diventa più importante” commenta l’Assessore ai Lavori Pubblici e Finanze Claudia Zivieri “E’ vero che le risorse di bilancio sono minori, ma, proprio per questo, se l’obiettivo è stimolare la partecipazione dei cittadini, allora partecipare diventa un atto più consapevole e maturo di quanto lo possa essere in periodi di bilanci “spensierati”. Un atto più consapevole perché riconosce i vincoli di bilancio dell’ente, più maturo perché si fa carico non solo degli onori di spendere, ma anche degli oneri di decidere quali siano gli interventi prioritari e quali non lo siano, dove sia meglio tagliare e dove no”.
Qui sotto invece sono riportati gli ultimi due percorsi partecipativi relativi al bilancio finanziario.