O.D.G. “SI’ alla cooperazione internazionale e diplomatica in Libia 27 giugno 2016
O.D.G. “SI’ alla cooperazione internazionale e diplomatica in Libia,NO ad un intervento militare italiano”
Il Consiglio Comunale di Faenza riunito in data 27 giugno 2016
Tenuto conto che:
- dopo l'uccisione di Muammar Gheddafi il 20 ottobre 2011 la Libia è stata soggetta a perdurante proliferazione delle armi, violenza settaria e caos politico, con ricadute sui paesi circostanti.
- la Libia è stata lacerata da scontri tra numerose milizie armate rivali di ex ribelli, mentre il governo centrale è stato debole e incapace di stabilire la sua autorità sul paese
- l'instabilità politica della Libia ha favorito la penetrazione nel paese di gruppi, anche combattenti, vicini a Da'esh
Considerato che:
- · l'Italia è legata alla Libia da rapporti storici, diplomatici ed economici
- sono perduranti le voci circa un possibile intervento militare italiano in Libia
- negli ultimi anni, la storia delle operazioni militari dei Paesi dell’Occidente (Iraq, Somalia, Balcani, Afghanistan, Libia e Siria) è stata contrassegnata da risultati quasi mai all’altezza degli obiettivi “pacificatori” fissati, alcuni dei quali essendo stati addirittura probabile concausa della nascita del c.d. “Stato Islamico”
- un intervento militare in Libia, strutturato sia con personale militare che attraverso la fornitura di armi, correrebbe il gravissimo rischio non solo di non contribuire alla stabilizzazione politica dell’area, ma di aumentare le perdite di vite umane sia civili che militari, senza benefici per la nazione libica
Visto:
- l'articolo 11 della Costituzione Italiana che recita: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”
- l'adesione dell'Italia alla Carta delle Nazioni Unite e il conseguente ingresso nell'Organizzazione il 14 dicembre 1955
- l’art. 1, comma 5 della L. n. 185/1990 che afferma che: “L’esportazione ed il transito di materiali di armamento, nonché la cessione delle relative licenze di produzione, sono vietati quando siano in contrasto con la Costituzione (…)”, dopo che al comma 2 dello stesso articolo della medesima legge si afferma che tali attività devono comunque sottostare ad autorizzazioni e controlli dello Stato
Preso atto:
- della risoluzione del Consiglio di Sicurezza n. 2009 del 2011 che decide di stabilire la Missione di Supporto in Libia (UNSMIL – United Nations Support Mission in Libya), sotto il controllo di uno speciale rappresentante del Segretario Generale con il compito, tra gli altri, di:
(a) ripristinare l'ordine pubblico promuovendo lo stato di diritto
(b) garantire un dialogo politico globale, promuovere la riconciliazione nazionale e iniziare la fase costituente e il processo elettorale;
(c) estendere l'autorità statale, anche attraverso il rafforzamento di istituzioni responsabili emergenti e il ripristino dei servizi pubblici;
(d) promuovere e tutelare i diritti umani, in modo particolare per coloro che appartengono a gruppi vulnerabili, supportando la giustizia transitoria;
(e) intraprendere il cammino necessario per un’immediata ripresa economica;
(f) coordinare il supporto che potrebbe essere richiesto da altri attori multilaterali o bilaterali quando richiesto
- della risoluzione del Consiglio di Sicurezza n. 2249 del 2015 nella quale si fa appello agli Stati Membri che ne hanno le possibilità, affinché prendano le misure necessarie nella lotta contro Da'esh in accordo con il diritto internazionale
- dell'accordo politico libico concluso a Skhirat (Marocco) il 17 dicembre 2015 per formare un governo di Unità Nazionale
- della risoluzione del Consiglio di Sicurezza n. 2259 del 2015 che invita tutti gli Stati membri a rispondere con urgenza alle eventuali richieste di assistenza da parte del governo di Unità Nazionale per l'attuazione dell'accordo politico libico e che, per sostenere il governo di Unità Nazionale come l'unico governo legittimo della Libia, è urgentemente necessario fornire alla Libia i mezzi per mantenere la governance, promuovere la stabilità e lo sviluppo economico
- della risoluzione del Consiglio di Sicurezza n. 2278 del 2015 che esorta il governo di Unità Nazionale a migliorare ulteriormente il monitoraggio e controllo delle armi e materiale connesso che vengono forniti, venduti o trasferiti in Libia ed esorta altresì gli Stati membri ad assistere il governo di Unità Nazionale, su sua richiesta, fornendo assistenza in risposta alle minacce alla sicurezza libica identificate in ISIL e nei gruppi che hanno giurato fedeltà a ISIL
Tutto ciò considerato, visto e preso atto, il Consiglio Comunale di Faenza
CHIEDE AL GOVERNO E AL PARLAMENTO ITALIANO
- di attivarsi per fornire sostegno al Governo di Unità Nazionale Libico attraverso gli strumenti della cooperazione internazionale e dell’iniziativa diplomatica, all’interno della cornice giuridica fornita dal diritto internazionale, dalle indicate risoluzioni del Consiglio di Sicurezza ONU e dalla nostra Carta Costituzionale
- di rifiutare ogni e qualsivoglia intervento di carattere militare, sia esso fornito con uomini che con armi, al di fuori di operazioni di peace keeping sulla base delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
- di adoperarsi affinché cessi il contrabbando di armi verso gruppi vicini a Da'esh
VOTATO ALL'UNANIMITA'