O.D.G. IDV "I FATTI DI PARIGI CHE FARE?" 2 febbraio 2015
O.D.G. "I FATTI DI PARIGI CHE FARE?"
Il Consiglio Comunale di Faenza riunito in data 2 febbraio 2015
Il Consiglio Comunale non può essere la sede di sterili contrapposizioni la cui efficacia si esaurisce con la chiusura della seduta. Deve invece essere la sede operante che crea una effettiva integrazione sulla base di principi non rinunciabili, non mediabili, patrimonio comune di un paese e di un Continente, l’Europa, i cui valori sono riconosciuti come fondamento della vita associata nel mondo intero. A partire dall’Illuminismo, il diritto, l’etica, la politica e le scienze umane nell’Occidente individuano nella singola persona fisica il centro della responsabilità e di conseguenza delle libertà e dei diritti e doveri connessi alla condizione del cittadino. Nel concreto il lungo processo, attraverso cui si definiscono le religioni e i sistemi di valori attualmente presenti in Occidente, è il risultato di successive stratificazioni delle varie culture che si sono avvicendate nel corso dei millenni. Per questo, oggi, istituzionalmente, possiamo riconoscere religioni, quali la Cattolica, la Protestante, quella Greco-Ortodossa, nonché, di recentissimo arrivo, quelle Islamiche. L’età contemporanea, inoltre, è contrassegnata dalla vasta diffusione dell’Ateismo e dell’Agnosticismo, sistemi di valori che si legano allo sviluppo della scienza e della tecnologia. La laicità delle istituzioni moderne è costretta quindi a riconoscere la piena libertà delle varie fedi e credenze, ma soprattutto deve porre l’individuo come unico soggetto, non coercibile al centro di questo vasto universo di valori. In questo contesto e ancor di più nell’attuale situazione storica, l’Ente Locale non può sottrarsi al conseguimento di queste finalità. A tali principi universali, oggi diviene necessario affiancare la tutela delle categorie deboli, donne e minori che, in particolari contesti, sono ridotti a beni materiali di appartenenza dei capifamiglia o delle gerarchie religiose. Per queste categorie, non possiamo sottrarci all’obbligo di una tutela effettiva. Va poi salvaguardato, come un bene prezioso, il diritto alla critica che può anche esprimersi sotto le vesti della satira, vero sale dell’Occidente a partire dal mondo Greco e Latino (Aristofane, Catullo, Marziale). Ai nostri giorni una parte significativa della vita associata viene svolta grazie al sostegno determinante del Comune, in particolare nei momenti di identità etnico-linguistica e religiosa. Mai deve verificarsi che, in qualunque manifestazione o riunione, si pronuncino condanne, anche solo morali, nei confronti di gruppi o di singoli che concernano la libertà di opinione. Ogni concessione, contributo, autorizzazione di carattere etnico-religioso , può essere data solo a condizione di un impegno formale a rispettare lo statuto dei diritti della persona, sia che si ponga all’interno come all’esterno dell’organismo del richiedente. Ancora, a maggior ragione, agli stessi principi deve ispirarsi il dipendente comunale, come ogni operatore e ancor più enti e associazioni che collaborino col Comune nel conseguimento delle sue finalità pubbliche. L’Ente Comunale privilegerà, se necessario facendosene strumento propulsivo, tutte quelle iniziative volte a liberare persone e gruppi dal condizionamento di arretratezze culturali che possano interferire con la piena esplicazione della personalità umana.
Tutto ciò premesso, il Consiglio Comunale
CHIEDE
al Sindaco di prendere concretamente posizione e di dare pratica attuazione in tutte le sedi, ai principi su esposti nelle forme e nei modi indicati.
APPROVATO A MAGGIORANZA