MOZIONE "REFERENDUM PROPOSITIVO E ABROGATIVO"
IL CONSIGLIO COMUNALE DI FAENZA
- riunito in data 27.05.2013 -
Premesso che:
- storicamente, sia nell’antica Atene, che nelle moderne Svizzera, California, Oregon e Baviera, la democrazia diretta e partecipata è nata prima a livello locale e poi, solo dopo il suo successo in tale ambito, è stata introdotta anche a livello provinciale, regionale e nazionale;
- non possiamo pretendere di avere strumenti di democrazia diretta a livello nazionale in Italia se non ne abbiamo ancora a livello locale.
Considerato che:
- nel 2000 il Parlamento Italiano promulgò una nuova legge, il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali”, che, tra l’altro, andava a modificare gli strumenti di democrazia diretta presenti nella precedente legge, il Decreto Legislativo 8 giugno 1990, n. 142 “Ordinamento delle autonomie locali”;
- con l’introduzione della nuova legge n. 267 del 2000, i Comuni possono introdurre i referendum propositivi e abrogativi, perché nella stessa si parla genericamente di referendum e non di referendum consultivi come la legge n. 142. Inoltre oggi i referendum si possono tenere anche in coincidenza con altre operazioni elettorali e referendarie a carattere regionale, nazionale o europeo;
- referendum propositivi e abrogativi, oltre a quello consultivo, sono già previsti in molti comuni italiani, come nella vicina Ravenna;
- i referendum propositivi e abrogativi sono ben più importanti e decisivi. Il solo referendum consultivo non fa in modo che siano REALMENTE i cittadini a decidere, infatti serve solo a sollecitare pareri ed orientamenti su iniziative che l’Amministrazione intende intraprendere.
Visto che:
- all’art. 36 “Referendum consultivo” dello statuto del Comune di Faenza è riportato al punto 2 che i “referendum hanno natura e contenuto consultivo”;
Si chiede al Sindaco e alla Giunta di
1. introdurre il referendum propositivo, inteso cioè a proporre l’inserimento nell’ordinamento comunale di nuove norme statutarie o regolamentari ovvero l’adozione di atti amministrativi generali;
2. introdurre il referendum abrogativo, inteso cioè a deliberare l’abrogazione totale o parziale di norme regolamentari o a revocare atti amministrativi a contenuto generale;
3. adeguare di conseguenza il regolamento che disciplina i referendum comunali valutando in sede di stesura l’opportunità di inserire un quorum sia per il referendum propositivo sia per quello abrogativo;
4. inserire nel regolamento del referendum consultivo comunale, visto il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali”, che, per quanto possibile, i referendum devono tenersi in coincidenza con altre operazioni elettorali e referendarie a carattere regionale, nazionale o europeo.
Votata a maggioranza