11 ottobre 2013 O.d.G. "CONTROLLO PUBBLICO DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO"
N. 226 - ODG “CONTROLLO PUBBLICO DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO”: VOTAZIONE
IL CONSIGLIO COMUNALE DI FAENZA
- riunito in data 30.09.2013 -
Premesso che:
- il 12-13 giugno 2011 si è svolto il referendum per l’abolizione del Decreto Legge 25 giugno 2008 n.112 ”Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito in legge n.133/2008, come modificato dalla Legge 23 luglio 2009 n. 99 “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dal decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante “disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione delle sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee” convertito in legge 20 novembre 2009 n.166 limitatamente all’art. 23-bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica);
- detto referendum ha raccolto la prevalenza assoluta dei consensi e ha visto 513.000 cittadini romagnoli votare 2 sì;
- la maggioranza dei votanti ha quindi sancito il “diritto umano all’acqua” ossia l’accesso all’acqua come diritto universale, indivisibile, inalienabile ed il principio della proprietà pubblica delle acque e del governo pubblico del servizio idrico integrato e che nessuno deve farne oggetto di speculazione privatistica;
- è inequivocabilmente chiaro che, attraverso la votazione referendaria, i cittadini abbiano inteso esprimere la propria preferenza per una incisiva presenza pubblica nel sistema di accesso ed utilizzo del bene primario dell’acqua;
- i Comitati promotori e i partiti che hanno sostenuto ufficialmente il referendum in questione, nonché le istituzioni locali che ne hanno supportato i principi ispiratori approvando specifici OdG, hanno sempre espresso la volontà di promozione di tutte le iniziative finalizzate all’effettivo controllo pubblico del Servizio Idrico Integrato e alla concretizzazione del principio per cui l’acqua non deve essere fonte di profitto economico;
- tale vincolo morale e di legge è chiaramente assolto con la proprietà pubblica dell’acqua, delle reti del servizio idrico, fognario e di depurazione, ma anche tramite l’individuazione di un modello gestionale che concretizzi la gestione pubblica del Servizio Idrico Integrato e che tale servizio sia privo di rilevanza economica pur consentendo gli investimenti per la manutenzione e lo sviluppo del servizio.
Preso atto :
- che tra i principi fondamentali del suo Statuto il Comune di Faenza riconosce “il Diritto umano all’acqua”, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico e privo di rilevanza economica;
- che con il cosiddetto “Decreto Salva Italia” (DL 201/2011) è stata soppressa l’ ”Agenzia nazionale per la regolazione e la vigilanza in materia di acqua” e, anche in materia di servizio idrico integrato, sono stati attribuiti all’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas (AEEG) gli stessi poteri che l’Authority già esercita, nei settori del gas e dell’energia, e che a completamento del quadro regolatorio-istituzionale con la L. 42/2010 la Regione Emilia-Romagna ha soppresso le AATO con effetto al 1 gennaio 2012, a favore di un unico soggetto regionale, l’Agenzia Territoriale dell’Emilia Romagna per i servizi idrici e i rifiuti (ATERSIR), che è un ente regionale che riassume le competenze e le funzioni svolte in precedenza dalle AATO e modifica il proprio ruolo nell’interazione prodotta dall’intervento dell’Authority nazionale
- che ATERSIR non ha approvato lo schema tariffario del Metodo Tariffario Transitorio – MTT, limitandosi a produrre i prospetti tariffari dell’MTT sulla base dei dati territoriali e ad inviarli all’AEEG che definirà le nuove tariffe per i territori.
- che la Corte Costituzionale, con la sentenza 199/2012, ha dichiarato l’incostituzionalità dell’articolo 4 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138 (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo), convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011 n. 148, sia nel testo originario che in quello risultante dalle successive modificazioni, poiché questo viola “il divieto di ripristino della normativa abrogata dalla volontà popolare” che è in corso un'iniziativa dei cittadini europei (ICE - N° di registrazione 000003; data di registrazione 10/05/2012) per proporre alla Commissione Europea un'iniziativa legislativa che riconosca l'acqua come diritto universale, impegnando gli Stati membri ad assicurare a tutti i cittadini il diritto all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, attraverso una gestione non soggetta alle "logiche del mercato unico" e l'esclusione dei servizi idrici da qualsiasi forma di liberalizzazione
- che il Consiglio di Stato, con il parere n. 267 del 25 gennaio 2013, sostiene che il criterio dell’adeguatezza della remunerazione dell’investimento, a partire dal 21 luglio, è stato applicato illegittimamente, poiché in contrasto con gli effetti del referendum del 12 e 13 giugno 2011;
- che la riformulazione della nuova tariffa transitoria necessita di eliminare definitivamente la “remunerazione del capitale investito” e di “evitare l’applicazione di qualsiasi altra voce” che possa introdurla sotto un altro nome come invece sembrerebbe essere accaduto – anche se in misura leggermente inferiore – con gli “oneri finanziari”. Questi ultimi sono inoltre determinati in modo standardizzato (circa il 6,4% del capitale investito netto) a prescindere dalla situazione effettiva dei singoli gestori e potrebbero avere un impatto di aumento sulle bollette;
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
- a farsi parte attiva per concertare, con gli altri soggetti istituzionali romagnoli, le più efficaci modalità di coinvolgimento dei portatori di interesse relativamente al servizio idrico integrato, attraverso la costituzione di un “tavolo dell’acqua” che , attraverso un confronto con un’ampia platea di soggetti interessati, possa esprimere la volontà politica di dare atto alla ripubblicizzazione;
- a valutare di affidare ad ATERSIR, soggetto istituzionalmente competente, d’intesa con gli enti territoriali del bacino romagnolo, l’incarico di analizzare in modo dettagliato gli elementi tecnici ed economici del bacino medesimo, tenendo in considerazione (con riferimento al quadro normativo in essere) la possibilità di trasformare Romagna Acque – Società delle Fonti Spa pubblica in ente consortile di diritto pubblico, per l’affidamento ed erogazione del servizio medesimo in maniera pubblica e partecipata;
- a rivolgere un formale invito al Presidente del Consiglio dei Ministri, affinché il Governo e il Parlamento discutano e approvino la legge di iniziativa popolare “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico”.
APPROVATO ALL’UNANIMITA’