Sito Ufficiale del Comune di Faenza

Salta ai contenuti
 

Piazza del Popolo n. 31
Telefono 0546691111 - Fax 0546691499
PEC comune.faenza@cert.provincia.ra.it

COME FARE PER...
  • Cittadino
  • Impresa
 
 
 
Sei in: Home » Amministrazione » Comunicati stampa » UN BATTERIO MINACCIA LA COLTIVAZIONE DEL KIWI - L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE COINVOLGE TUTTI I SOGGETTI INTERESSATI  
 

UN BATTERIO MINACCIA LA COLTIVAZIONE DEL KIWI - L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE COINVOLGE TUTTI I SOGGETTI INTERESSATI

22 Marzo 2011

La coltura dell'actinidia nella Regione Emilia-Romagna interessa circa 3.500 ettari, che si trovano in particolare nel territorio faentino, con una produzione di circa 50 mila tonnellate, pari ad una Plv (Produzione lorda vendibile) di oltre 30 milioni di euro.
“Il comune di Faenza non può permettersi – afferma l'assessore alla politiche agricole Roberto Savini – ulteriori elementi negativi nel settore agricolo, oltre ai problemi già derivati dai prezzi bassi della frutta, essendo questo settore un elemento trainante del benessere e dell'economia faentina”.
Per questo motivo l'Amministrazione comunale è preoccupata per una nuova minaccia che potrebbe rendere sempre più difficile la coltivazione del Kiwi nel nostro territorio, minaccia rappresentata da un batterio (Pseudomonas syringae pv actinidiae), che è molto pericoloso, in quanto capace di determinare in tempi rapidi la morte della pianta.
“Si rende pertanto necessario – continua l’assessore Savini – coinvolgere tutti i soggetti interessati a salvaguardare questa coltura e la nostra agricoltura specializzata. A questo proposito riuniremo in questi giorni in Municipio i rappresentati degli agricoltori, le centrali ortofrutticole che gravitano nel territorio, i venditori di mezzi tecnici, i commercianti di frutta e le società di servizi per mettere a punto una strategia comune per mantenere viva l'attenzione di tutti gli Enti, verso questa avversità”. “In casi come questo di una minaccia molto grave – conclude l’Assessore – è fondamentale un approccio unitario, non possiamo infatti pensare che avvenga da noi ciò che è successo in provincia di Latina, dove questa malattia ha causato la distruzione della coltura in interi territori con danni enormi alle aziende agricole e all'indotto”.