SECONDO APPUNTAMENTO CON I CAPOLAVORI DELLA PINACOTECA
Si conclude l’iniziativa promossa dall’assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Faenza
Secondo e ultimo appuntamento, giovedì 28 settembre 2006, con gli incontri a tema dedicati alle opere della Pinacoteca comunale, promossi dall’assessorato alle Politiche Culturali per valorizzare le collezioni d’arte della Pinacoteca faentina.
“Due ritorni in esposizione: le opere di Palmezzano dopo il grande evento di Forlì e l’Annunciazione di Biagio D’Antonio” è il titolo dell’incontro che si terrà giovedì prossimo, con inizio alle ore 17.30, nel salone d’ingresso della Pinacoteca (via S.Maria dell’Angelo, 9). Relatore l’ex direttore della Pinacoteca Sauro Casadei.
Al grande pittore forlivese, Marco Palmezzano (1459-1539), maestro del Rinascimento nelle Romagne, è stata dedicata la mostra ospitata a Forlì dal 4 dicembre 2005 al 14 maggio 2006, dove erano presenti anche opere provenienti dalla collezione della Pinacoteca comunale di Faenza. Quattro di queste opere, restaurate per l’occasione con il contributo della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, sono ora ritornate in Pinacoteca: si tratta delle due grandi tavole che rappresentano Sant’Ambrogio e Tobiolo e l’Arcangelo Raffaele e delle due tavole a dimensioni più ridotte con raffigurati San Girolamo eSant’Agostino. Le opere, con tutta evidenza, sono frammenti di uno o due polittici smembrati molto tempo fa e pervenuti alla Pinacoteca a seguito delle soppressioni conventuali del periodo napoleonico. Databili al primo decennio del Cinquecento, appartengono alla stagione più felice e creativa dell’artista, il protagonista del Rinascimento in Romagna. Completa il gruppo esposto nella stessa sala in Pinacoteca una quinta tavola che raffigura “Cristo portacroce”, tema più volte trattato da Palmezzano.
Il capolavoro di Marco Palmezzano nelle collezioni della Pinacoteca Comunale di Faenza, ovvero la tavola con la Madonnain trono col Bambino e i Santi Michele Arcangelo e Giacomo è esposto nel piano superiore della Pinacoteca, nella sala Donatello. Restaurata anch’essa grazie al contributo della Cassa dei Risparmi di Forlì per la mostra sul pittore forlivese, l’opera, generalmente nota anche come pala delle Micheline, è stata realizzata tra il 1497 e il 1450.
Il quadro dell’” Annunciazione ” di Biagio d’Antonio, proveniente dalla Parrocchia di Fossolo, attualmente dedicata a San Pietro ma in origine un oratorio situato nelle proprietà terriere dei Manfredi e consacrato alla Beata Vergine Annunziata, entrò nelle collezioni della Pinacoteca in seguito ad acquisto nel 1887.
Probabile coronamento di un polittico, la lunetta è datata da Roberta Bartoli, autrice della più recente e complessiva monografia su Biagio d’Antonio, al 1475 circa, quando Biagio realizzò a Faenza la Pala Ragnoli ora custodita a Tulsa (Oklaoma). L'Annunciazione, in cui l'arcangelo Gabriele preannuncia alla Vergine Maria che sarebbe diventata la madre di Cristo, era un tema sentito nella pittura fiorentina e Biagio d’Antonio riprende la tradizione già dall’uso della luce diffusa che uniforma i volumi e che richiama le prime elaborazioni del Beato Angelico. La composizione è per molti versi assai simile alla tavola che Leonardo da Vinci probabilmente realizzò tra il 1472 e il 1475 e si ricollega alla comune giovanile attività dei due artisti nella bottega del Verrocchio.