Pinacoteca, una conferenza su Giovanni Romagnoli
Mercoledì 28 gennaio 2015, alle ore 17.30, nella Pinacoteca comunale di Faenza (via S.Maria dell’Angelo, 9) si terrà una conferenza di presentazione della mostra dedicata a Giovanni Romagnoli, ospitata fino all’11 febbraio prossimo a Palazzo d’Accursio a Bologna.
Relatrice della conferenza, organizzata dalla Pinacoteca in collaborazione con la sezione di Faenza di Italia Nostra, sarà Stella Ingino, curatrice della mostra.
L’ampia retrospettiva dedicata all’artista nato a Faenza nel 1893 e attivo a Bologna dall’inizio del secolo scorso fino al 1976, è organizzata dall’associazione Bologna per le Arti.
La mostra ricompone il percorso artistico del pittore attraverso una ricca selezione di dipinti e sculture, per raccontare un artista singolare, lontano dai dibattiti culturali e artistici della sua epoca.
Giovanni Romagnoli è una figura di notevole rilievo, la cui formazione è partita nella scuola comunale di disegno Tommaso Minardi di Faenza e si è svolta in massima parte nell’ambiente bolognese, dal 1906 quando, appena sedicenne, entrò nell’Accademia di Belle Arti.
All’Accademia bolognese restò fino al 1963, diventandone dapprima insegnante (nel 1924) e poi direttore.
Come ha notato Anna Tambini nel catalogo della mostra “Oltre il cenacolo”, tenuta a Faenza nel 2004, la posizione di Romagnoli nel mondo artistico è «abbastanza isolata: Romagnoli prende le distanze tanto dai furori innovativi delle Avanguardie futuriste, quanto dal purismo della metafisica e della pittura astratta o dalla retorica dell’arte di regime. Coltiva un suo stile pittoricamente intenso, di matrice post impressionista. Ricordi della grande pittura veneziana del Settecento (Piazzetta, Tiepolo, Rosalba Carriera) traspaiono nei toni dorati e nell’intensità luminosa della figurazione a cui fu sempre fedele; i soggetti a lui più cari sono fiori, ritratti, nudi di donna».
In occasione della conferenza sarà inoltre esposta l’opera Flora, un dipinto di Romagnoli del 1930 presente nelle collezioni della Pinacoteca comunale faentina per la donazione fatta dalla sorella Annunziata Romagnoli nel 1977.
Si tratta di un nudo femminile molto significativo perché, come è riconosciuto generalmente dalla critica e come ha scritto Anna Tambini «la qualità lirica che sostiene il realismo di Romagnoli si apprezza bene nei nudi femminili. Sono immagini di donne luminose, solari, mediterranee, che richiamano davvero il calore dell’estate. Vi si coglie il riflesso di un primordiale archetipo di naturalezza quasi pagana, senza la sensualità conturbante e inquieta di tanta pittura moderna, da Klimt a Balthus».