PREMIATI LA 'MADRE CORAGGIO' ELDA CASADIO E IL CERAMISTA DANTE SERVADEI
Designati il “Faentino Lontano” e il “Faentino sotto la Torre” 2006. Per la ‘faentina lontana’, scomparsa pochi giorni dopo la designazione, ritirerà l’onorificenza la figlia Teresa. La consegna il prossimo 25 giugno
Il 21 marzo scorso, dopo aver esaminato tutte le proposte pervenute, il Comitato organizzatore dell’annuale “Giornata del Faentino Lontano e sotto la Torre” ha scelto i nominativi da proporre all’Amministrazione comunale a cui assegnare le ambite onorificenze di ‘Faentino Lontano’ e ‘Faentino sotto la Torre’ per l’anno 2006. I nominativi dei vincitori sono stati ratificati all’unanimità dalla Giunta comunale il successivo 28 marzo.
Il riconoscimento di “Faentina Lontana 2006” è stato assegnato alla signora Elda Casadio, residente in Argentina e purtroppo venuta a mancare in questi giorni, a seguito di una rapina subita presso la sua abitazione di Bernal, che l’aveva profondamente sconvolta e da cui non è riuscita a riprendersi. La comunicazione dell’assegnazione della onorificenza alla signora Elda Casadio viene data solo ora per motivi di riservatezza e quale segno di rispetto e sensibilità verso i suoi familiari. Il riconoscimento di “Faentino sotto la Torre 2006” è stato invece assegnato al ceramista Dante Servadei.
La cerimonia di premiazione avrà luogo domenica 25 giugno 2006, al teatro comunale Masini, nel corso della 47^ edizione della “Giornata del Faentino Lontano e sotto la Torre”.
Elda Casadio eranata a Faenza nel 1926. Nel 1944, al passaggio del fronte, ‘sfolla’ con la famiglia a San Ruffillo di Brisighella, dove conosce un giovane soldato polacco, Stanislao Koval, in forza all’VIII Armata, presente nel nostro territorio per liberarlo dall’occupazione tedesca. Dopo la liberazione, Elda e Stanislao si sposano e nel febbraio 1945 danno alla luce un figlio, Stanislao junior, che nasce a Forlì, perché l’ospedale di Faenza, distrutto dai bombardamenti, non è utilizzabile. Entrambi senza lavoro, nel 1946 Elda e Stanislao decidono di trasferirsi in Argentina. Vanno ad abitare a Bernal, piccolo centro ubicato a 17 km da Buenos Aires, dove il marito trova lavoro e dove nel 1948 nasce la loro seconda figlia Teresa. Con grandi sacrifici Elda e suo marito lavorano, si costruiscono la casa e crescono i loro figli.
Elda riesce ad aprire anche un proprio laboratorio ceramico, che segna in qualche modo il suo legame con Faenza. La sua vita cambia dolorosamente nel ’76, durante la dittatura militare, quando suo figlio, titolare di un’officina meccanica ed attivo nell’assistenza ai poveri, viene sequestrato. Da quel giorno, venerdì 28 maggio 1976, per Elda Casadio inizia un lungo calvario di ricerca, che condivide con le madri di altri 30 mila ‘desaparecidos’, anche tramite le pacifiche dimostrazioni di Plaza de Majo a Buenos Aires, dove sfilano con un fazzoletto bianco in testa e un cartello al collo con la fotografia dei figli scomparsi. Di Stanislao Koval, come di moltissimi altri ‘desaparecidos’, non si è saputo più nulla e non è stato trovato il corpo. Elda Casadio era tornata in Italia nel giugno 2003, su invito del Comune di Forlì, che aveva intitolato una piazza a suo figlio ‘desaparecido’, passando anche da Faenza, dove vivono alcuni suoi parenti. Quest’anno, nel 30° anniversario della nascita della dittatura argentina e della scomparsa di suo figlio, Faenza riconosce pubblicamente l’instancabile impegno di questa nostra concittadina per la verità e la giustizia. Purtroppo, per quanto prima ricordato, sarà la figlia Teresa a ricevere dalla mani del sindaco della città l’importante onorificenza di “Faentina Lontana 2006” assegnata a Elda Casadio.
Dante Servadei, nato a Faenza nel 1936, è titolare della prestigiosa Bottega Gatti, fondata nel 1928 da suo zio Riccardo, e da lui successivamente gestita con passione, discrezione e lungimiranza, anche con l’aiuto dei figli negli anni più recenti. Oltre agli stessi figli, la ‘Bottega’ da lavoro a una decina di dipendenti. Dotato di grandi qualità professionali ed umane, Dante Servadei è diventato un sicuro punto di riferimento e di aggregazione non solo per i ceramisti della città, ma anche per molti artisti italiani, europei e di altri Paesi del mondo, tra i quali, a titolo di esempio, si citano i vari Ontani, Bay, Paladino, Echauren, Matta, Nespolo e Arman... Presidente provinciale della Confartigianato dal 1983 al 1995, nello stesso periodo ha fatto parte della giunta nazionale confederale, reggendo fino al 2000 la presidenza nazionale della categoria della ceramica artistica, di cui è tuttora presidente onorario; Servadei ha ricoperto inoltre gli incarichi di presidente del Consorzio tra i Ceramisti Faentini e di coordinatore del Consiglio Nazionale Ceramico. Assegnandogli l’onorificenza di “Faentino sotto la Torre 2006” Faenza vuole riconoscere pubblicamente il grande contributo che Dante Servadei da per la promozione della città, della sua arte e cultura.