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Omaggio a Francesco Serantini e Ida Sangiorgi

16 Aprile 2012

Nella prima metà del Novecento Faenza ha dato i natali a due straordinarie voci della letteratura italiana: Francesco Serantini e Ida Sangiorgi.

Due autori le cui vicende umane e letterarie hanno seguito strade diverse, ma che hanno finito entrambi per essere un po’ dimenticati anche dalla loro città.

A questa “ingiustizia” hanno cercato di porre rimedio la Libera Accademia degli Evasi di Faenza e la Società editrice Il Ponte Vecchio di Cesena, che hanno promosso la presentazione di due libri di questi grandi autori.

Si tratta de “La Palmina” di Ida Sangiorgi e “Il fucile di Papa della Genga” di Francesco Serantini, ripubblicati proprio in questi giorni dalla Società editrice il Ponte Vecchio con l’approvazione delle famiglie dei due scrittori.

Le due pubblicazioni saranno presentate venerdì 20 aprile, alle ore 21.00, a Faenza, nella Sala Giovanni dalle Fabbriche (via Laghi, 81), nel corso di un incontro promosso dalla Libera Accademia degli Evasi in collaborazione con il Comune di Faenza.

Alla serata interverrà il vice sindaco e assessore alla cultura Massimo Isola.

Ida Sangiorgi nacque a Faenza il 12 luglio del 1889. Insegnante, negli anni ’30 si trasferì a Cesena, integrandosi pienamente in questa nuova realtà, rivestendo per anni la carica di consigliere comunale nella città romagnola e promuovendo numerose iniziative a favore dell’infanzia e delle madri lavoratrici.

La narrativa per Ida Sangiorgi fu una passione molto forte, ma mai concepita come un mestiere, tanto che la sua produzione è limitata a pochi romanzi, tutti però di grande qualità.

Nel romanzo “La Palmina”, edito da Mondadori, l’autrice propone la storia di una ragazza delle nostre colline che si trasferisce in città in cerca di lavoro. Il romanzo fu finalista al Premio Viareggio nel 1955.

Francesco Serantini, avvocato e scrittore, ha saputo raccontare con eccezionale capacità le vicende e i personaggi della sua Romagna, seguendo, in particolare, un filone storico-popolare.

La figura del Passatore, il celebre bandito autore a metà dell’800 di numerose e spregiudicate imprese delittuose tanto da diventare leggenda, è il personaggio del suo primo libro “Il fucile di Papa della Genga”, pubblicato nel 1948, che ottenne un enorme successo aggiudicandosi anche il premio Bagutta.

Nella pubblicazione, frutto della rielaborazione di uno scritto di carattere storico dello stesso autore, risalente al 1929, Serantini ricostruì con commossa e profonda partecipazione umana un episodio legato a quella saga.

Francesco Serantini scrisse inoltre diversi altri romanzi e racconti, anch’essi legati a temi e aspetti della sua terra, di varia natura ma sempre connotati da un profondo senso di appartenenza che a volte attinge al lirismo.