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Nott de Bisò, già pronti i gotti

18 Novembre 2015

Mentre la macchina organizzativa rionale e comunale sta definendo, insieme a RadioRcb, gli ultimi dettagli del programma della Nott de Bisò, la tradizionale manifestazione che si tiene ogni anno in piazza del Popolo il 5 gennaio, vigilia dell’Epifania, sono già pronti i gotti per la nuova edizione.

I servizi completi della nuova serie dei gotti - sei bicchieri con gli stemmi dei cinque Rioni più quello comunale e la brocca - sono esposti nelle cinque sedi rionali e saranno in vendita a partire dal 27 novembre prossimo.

Dai prossimi giorni i servizi si potranno inoltre ammirare nelle vetrine di molti negozi della città.

Il singolo gotto e la brocca si potranno invece acquistare solamente durante la Nott de Bisò, il 5 gennaio 2016, negli stand rionali in piazza del Popolo.

I prezzi sono i seguenti: il servizio completo (brocca e sei gotti) costa 110 euro, la brocca 50 euro, il singolo gotto 12 euro.

La decorazione scelta per i gotti 2016 dal Comitato Palio, con la collaborazione del Museo internazionale delle ceramiche di Faenza e del ceramista Luciano Sangiorgi, è quella “a giardinetto”.

Tra le tematiche del secondo Settecento della Fabbrica Ferniani, ispirate agli ornati delle pregiate porcellane estremo-orientali, si annovera il motivo “a giardinetto”, probabilmente compreso negli inventari della Fabbrica sotto la denominazione “alla chinese” o “alla porcellana nuova”.

Tale decorazione si caratterizza per la presenza di taluni elementi peculiari: un vasetto ovoidale con mazzo di fiori, posto tra una cesta anch’essa colma di fiori e un fiore su corto stelo simile al “garofano”.

Rimandano alla ben più fortunata “cineseria” del “garofano” anche gli elementi complementari (una stretta fascia a graticcio, tralci fioriti e fogliati).

Il ”giardinetto” non dovette godere di una gran fortuna produttiva, considerando il ristretto numero di esemplari pervenuti fino ai giorni nostri, sebbene tale tematica sia attestata fino alla prima metà dell’Ottocento, tanto su forme aperte (piatti di varie fogge, vassoio ovale, bacile) quanto su forme chiuse (su tutte la zuppiera, una delle espressioni più rappresentative della produzione settecentesca).