Nott de Bisò, già pronti i gotti
Mentre la macchina organizzativa rionale e comunale sta definendo insieme a Radio Rcb gli ultimi dettagli del programma della Nott de Bisò, la tradizionale manifestazione che si tiene ogni anno il 5 gennaio, vigilia dell’Epifania, in piazza del Popolo, sono già pronti i gotti per l’edizione di quest’anno.
I servizi completi (sei bicchieri, con gli stemmi dei cinque Rioni più quello comunale, e la brocca) della nuova serie dei gotti 2014 sono esposti e anche in vendita nelle cinque sedi rionali.
I servizi si possono inoltre ammirare nelle vetrine di molti negozi della città.
Il singolo gotto e la brocca si potranno invece acquistare solamente durante la Nott de Bisò, il 5 gennaio 2014, negli stand rionali in piazza del Popolo.
I prezzi sono i seguenti: il servizio completo (brocca e sei gotti) costa 110 euro; durante la Nott de Bisò la brocca si può acquistare a 50 euro, mentre il singolo gotto a 12 euro.
La decorazione scelta per i gotti 2014 dal Comitato Palio, con la collaborazione del Museo internazionale delle ceramiche di Faenza e del ceramista Luciano Sangiorgi, è quella della “pagoda”.
Nella maiolica faentina del secondo Settecento, tra le espressioni di più evidente adesione a prototipi estremo-orientali, si segnala il motivo detto “alla pagoda”, altrimenti nota con il termine “casotto”, che ritorna con caratteristiche ben diverse anche nella produzione a piccolo fuoco.
Sembra che tale tematica sia stata ispirata da un servizio da tavola in porcellana orientale, giunto in ambito faentino a seguito dei viaggi del conte Annibale II Ferniani.
La veste canonica di tale decorazione propone una pittoresca “pagoda” (o “casotto”) di colore rosso corallino, posta quasi al centro della composizione, all’interno di una tipica impostazione spaziale a due o tre “isole”, su distesa acquea. Non è rara l’inserzione di un “paesino” (o “castelletto”) sulla falda di terra più lontana, che conferisce alla composizione un’impronta decorativa locale.
Presso la Fabbrica Ferniani il motivo della “pagoda” non ebbe lunga durata, sostituito ben presto da altre tematiche di maggior successo (tra le altre il “fior di loto”, il “fiorazzo” e il fortunato “garofano”), ma ciò non incise sulla grande varietà di forme impiegate per questa classe.
Sono infatti documentate numerose fogge “aperte”, soprattutto piatti standard e da portata e vassoi ovali sagomati di varie dimensioni, anche nella versione traforata con cestino; meno usuale è il vasellame del servizio da puerpera e la tazza da brodo. Tra le forme “chiuse” si segnalano la zuppiera con coperchio, la caffettiera, il vaso biansato, il secchiello per bottiglia, la salsiera a barchetta, la tazza da ammalato.