LA STORIA RACCONTATA DALLE IMMAGINI SULLE SCATOLE DI FIAMMIFERI
Nella saletta mostre al primo piano della Biblioteca comunale manfrediana (via Manfredi, 14) è possibile ammirare, fino al 30 ottobre prossimo, la raccolta di figurine “scatole di fiammiferi”, donata nel 1936 alla Biblioteca da Giuseppe Donati.
Si tratta di una preziosa e quanto mai curiosa collezione raccolta dal faentino Giuseppe Donati, di professione sarto, che sacrificò tempo e denaro per riunire le ben trentaduemila figurine raccolte in sedici volumi.
Vi sono inoltre altri quattro volumi contenenti pubblicità, calendari e alcune interessanti copertine di quaderni.
La raccolta fu offerta al direttore della Biblioteca Piero Zama nel 1936 dall’anziano collezionista, che dopo alcuni mesi, si spense all’età di 81 anni.
Quarant’anni di grande pazienza e di sacrifici per mettere da parte tutte le più belle e pregiate cromolitografie stampate sulle scatole dei cerini.
La passione delle figurine nasce in Donati fin da ragazzo e non lo abbandona più. Amante delle cose belle, decise di non vendere la sua collezione ma di farne dono al Comune di Faenza.
Le trentaduemila figurine, raccolta unica nel suo genere posseduta da una biblioteca pubblica, costituiscono una vera e propria storia in miniatura della seconda metà dell’Ottocento fino agli anni Trenta del Novecento.
Sono presenti tutti i personaggi illustri, gli avvenimenti culturali, artistici, politici, mondani, i costumi, i paesi, i capolavori teatrali, le scoperte, le invenzioni, insomma vi si trova proprio tutto. Un mondo che affascina e pieno di sorprese.
Le figure, ora in bianco e nero, ora a colori, ora a rilievo (queste sono le più preziose) non si limitano a illustrare figure ed episodi, usi e costumi solo dell’Ottocento, ma s’interessano anche di avvenimenti e personaggi antichi di una storia millenaria: da Omero a Muzio Scevola, a Dante e alle crociate.
Le cromolitografie che impreziosirono le scatole di cerini dell‘Ottocento furono una specialità tipicamente italiana. Disegnate da illustri disegnatori e artisti del momento, furono prodotte da coraggiosi industriali che addirittura lavorarono anche per l’estero. A soffocare la ricca produzione delle case produttrici di cerini fu l’introduzione della tassa di fabbricazione, poi sostituita dal monopolio.
La mostra, visitabile negli orari di apertura della Biblioteca comunale (dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.30 e il sabato dalle 9.00 alle 13.00), è stata curata da Giorgio Cicognani.