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Il rapporto tra corpo e paesaggio nell'arte di Maria Chiara Zarabini

12 Marzo 2013

“Cum Grano Salis” è il titolo della mostra personale di Maria Chiara Zarabini, che si inaugurerà sabato 16 marzo prossimo, alle ore 19.00, a Palazzo delle Esposizioni (corso Mazzini, 92).

La mostra, che si inserisce nell'ambito delle iniziative organizzate in occasione dei trent’anni di attività dell'artista, attiva a Faenza dagli anni ’90, propone una serie di lavori realizzati in questi ultimi due anni dalla scultrice e videoartista Maria Chiara Zarabini.

Diplomatasi nel 1983 all'Accademia di Belle Arti di Bologna nel corso di Pittura del prof. Concetto Pozzati, Maria Chiara Zarabini si è laureata in Storia dell’Arte contemporanea presso il Dams di Bologna nel 1988.

Fin dagli anni accademici l’artista ha iniziato la sua ricerca sugli sviluppi tridimensionali di alcuni materiali quali la tela yuta, il legno e la rete di alluminio. Gli anni novanta sono contraddistinti dalla sperimentazione di nuove modalità scultoree sempre più lontane dalle tecniche tradizionali e tendenti agli aspetti installativi e al recupero di manualità dimenticate.

L’interesse per la fotografia e il video intesi come memoria portano l’artista a indirizzare la propria ricerca verso il genere autobiografico, soprattutto attraverso la modalità del ritratto corporeo inteso, appunto, come traccia del proprio passaggio.

Anche in questa mostra, come nel “Corredo per Daphnae”, progetto recentemente presentato a Villa Corte e ancora visibile fino al 18 marzo 2013, l'artista si concentra sull'autoritratto attraverso il medium fotografico e il video.

Se a Villa Corte alle fotografie sono abbinate le sculture in rete di alluminio, materiale che l'artista ha utilizzato per più di un decennio, a Palazzo Esposizioni verranno esposte per la prima volta una serie di ceramiche ottenute direttamente dai calchi del corpo dell'artista.

L'autoritratto si fa quindi tridimensionale e si confronta con aspetti installativi, una videoinstallazione e fotografie digitali.

Autoritratto non inteso, quindi, come genere pittorico così diffuso nei secoli passati, ma come auto rappresentazione che utilizza differenti mezzi espressivi fino alla poesia e alla performance.

Un autoritratto che ha lo scopo di conservare memoria del proprio passaggio ma è soprattutto uno stimolo alla riflessione sull'utilizzo del corpo e in questo caso del corpo femminile, così troppo spesso strumentalizzato, svilito e oltraggiato.

In questa ottica sarà presentata anche una performance realizzata grazie alla collaborazione con l'Associazione 194donne di Faenza.

L'intero progetto è stato sostenuto dall'assessorato alla Cultura del Comune di Faenza, dal Museo Carlo Zauli di Faenza e dall'Associazione Heart di Vimercate.

Il catalogo bilingue, edito per questa occasione, propone testi di Simona Bartolena, Massimo Isola, Matteo Zauli, Marco Minoccheri, Serena Donigaglia Digiacomo e Maria Chiara Zarabini. Le traduzioni sono a cura di Angela Lombardi.

La mostra di Palazzo Esposizioni resterà aperta al pubblico fino al 6 aprile 2013, con i seguenti orari: tutti i giorni dalle 16.00 alle 19.00 (lunedì chiuso).

Per ulteriori informazioni sull’artista si può consultare il sito: www.mczarabini.net .