IL SAN GIOVANNINO DI FAENZA IN MOSTRA A FIRENZE
L'opera, recentemente restaurata, al termine dell'esposizione fiorentina farà ritorno alla Pinacoteca comunale
E' stata inaugurata a Firenze, presso il Museo dell'Opificio delle Pietre Dure, la mostra dedicata al "San Giovannino di Faenza restaurato", che resterà aperta nell'importante sede di via Alfani n. 78, zona della visitatissima Galleria dell'Accademia, fino al prossimo 30 agosto.
L'evento conclude il restauro dell'importante opera, proveniente dallo studiolo di Fra Sabba nella Commenda del Borgo e ora conservata dalla Pinacoteca comunale.
L'intervento di restauro a cura dell'Opificio delle Pietre Dure è stato mirato a una pulitura equilibrata della superficie, preservando la patina antica e restituendo al marmo uniformità e coerenza, per una più chiara lettura dell'opera.
Due operazioni particolari del restauro hanno riguardato la sostituzione del basamento in alabastro adottato all'inizio degli anni trenta e la rimozione con la ricostruzione della punta del naso che, mancante l'originale per una antica caduta, si era annerita e aveva perso in alcune porzioni adesione al marmo, tendendo quindi a staccarsi.
Grazie al lavoro di Isidoro Castello, restauratore dell'Opificio delle Pietre Dure, con l'accurato restauro, l'intervento di pulizia e la nuova base di appoggio, realizzata con resina epossidica, a spessore minimo per consentire al busto di San Giovannino di sorreggersi senza ulteriori sostegni, la statua sembra avere assunto una nuova fisionomia. Se con il precedente piedistallo il San Giovannino appariva statico e irrigidito in una verticalità che nella visione frontale suggeriva richiami a un purismo accademico, neoquattrocentesco, con la nuova base l'opera ha davvero recuperato una nuova dimensione nello spazio circostante. Leggermente inclinato all'indietro e di lato, come ha commentato nelle schede della mostra Alessandra Griffo, direttore del settore Materiali Lapidei dell'Opificio Pietre Dure, il mento conseguentemente più sollevato e lo sguardo, potremmo dire, cristallino, ci pare pur sempre assorto e meditabondo sulle sorti di Cristo e dell'umanità, ma sorretto da una forza interiore priva di cedimenti e di incertezze secondo quanto ci trasmettono i migliori modelli del pieno Rinascimento fiorentino.
Al termine della mostra di Firenze il capolavoro della scultura quattrocentesca ritornerà a Faenza e sarà nuovamente esposto, in modo definito, nelle sale della Pinacoteca comunale.