IL BUSTO RESTAURATO DI SAN GIOVANNINO TORNA IN PINACOTECA
Per l'occasione è stata inoltre realizzata una mostra che si inaugurerà venerdì 16 ottobre prossimo
Il busto in marmo di San Giovannino torna nella Pinacoteca comunale di Faenza dopo il restauro realizzato a Firenze presso l'Opificio delle Pietre dure, l'istituto di restauro delle opere d'arte più prestigioso al mondo.
Per festeggiare questo gradito ritorno è stata realizzata una mostra nei locali della Pinacoteca (via S.Maria dell'Angelo, 9), che resterà aperta da sabato 17 ottobre prossimo
fino al 29 novembre 2009.
La mostra, organizzata in collaborazione con l'Associazione Amici della ceramica e del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, si inaugurerà venerdì 16 ottobre, alle ore 17.30, alla presenza del sindaco Claudio Casadio, di Anna Colombi Ferretti della Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico per le province di Bologna, Ferrara e Forlì-Cesena, e di Isidoro Castello, direttore tecnico del settore restauro materiali lapidei dell'Opificio delle Pietre dure di Firenze.
L'esposizione sarà aperta al pubblico - a ingresso gratuito - il sabato e la domenica, con orario continuato dalle 10.00 alle 18.00.
Il busto raffigurante San Giovannino è sempre stato considerato, fin dall'apertura al pubblico della Pinacoteca nel 1879, uno dei pezzi più importanti esposti, anche se la sua attribuzione è ancora oggi oggetto di contesa da parte degli specialisti di scultura quattrocentesca.
Secondo la maggioranza degli esperti di storia dell'arte, non si tratta di Donatello, come auspicava il suo primo collezionista, il letterato Fra' Sabba da Castiglione, cavaliere dell'Ordine di Malta che intorno al 1515 si stabilì nella Commenda del Borgo Durbecco, o come scriveva, sempre nel Cinquecento, il Vasari.
L'opera può pur sempre riferirsi a uno dei maggiori protagonisti della scena artistica della Firenze del pieno Rinascimento. Forse Antonio Rossellino o piuttosto Benedetto da Maiano, e non manca chi sostiene un legame stretto con Desiderio da Settignano, con una datazione che sarebbe intorno al 1470-1480.
Il restauro realizzato dall'Opificio delle Pietre dure di Firenze, con la pulitura della superficie marmorea dalle incrostazioni grigiastre della parte inferiore e dai depositi di cere alterate miste a sporco, come pure l'eliminazione della base di epoca posteriore che ne alterava l'assetto compromettendone una giusta visione, consente di poter apprezzare nuovamente la scultura ora restituita alla Pinacoteca faentina.
L'intervento è stato realizzato dal restauratore Isidoro Castello, che ne parlerà durante l'inaugurazione della mostra, sotto la guida di Alessandra Griffo, direttrice del Settore Materiali Lapidei. La mostra è corredata da una serie di pannelli didattici che, oltre a descrivere il restauro, illustrano la storia della scultura e gli aspetti iconografici.
Completano la mostra altre opere faentine dedicate al San Giovannino, ovvero una copia in marmo realizzata da Giovanni Collina per la Congregazione di Carità nel 1843, una delle copie realizzate da Achille Farina probabilmente nel 1866-67, una copia in gesso, un antico stampo per la riproduzione in terracotta e una elaborazione artistica realizzata nel 2009, con utilizzo dello stampo, dall'artista faentino Nero.