IL 66° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DI FAENZA
Faenza si appresta a celebrare il 66° anniversario della liberazione della città dall’occupazione nazifascista (17 dicembre 1944) con una cerimonia ufficiale programmata nella giornata di sabato 18 dicembre prossimo.
Alle ore 9.00, nella Chiesa dei Caduti (in corso Matteotti), si terrà una santa messa officiata dal vescovo della Diocesi di Faenza e Modigliana mons. Claudio Stagni, con musiche liturgiche eseguite dagli allievi della scuola comunale di musica “G.Sarti” di Faenza.
Alle 9.45, un corteo raggiungerà poi piazza del Popolo, dove è prevista l’esecuzione del silenzio e la deposizione di una corona alla lapide dei caduti della Resistenza e per la libertà, nel loggiato inferiore del palazzo comunale; anche nell’area della Torre civica sarà eseguito il silenzio e sarà deposta una corona alla lapide dedicata alle vittime civili faentine della seconda guerra mondiale.
Alle ore 10.00, nella sala del consiglio comunale di Palazzo Manfredi, interventi celebrativi del sindaco Giovanni Malpezzi, del presidente della Provincia di Ravenna Francesco Giangrandi e degli storici faentini Enzo Casadio e Massimo Valli (“Il contributo del 2° Corpo polacco alla liberazione della Romagna dal nazifascismo”).
La manifestazione si sposterà poi al cimitero di guerra di S.Lucia dove, alle ore 11.45, sarà deposta una corona di fiori in memoria dei militari degli eserciti alleati caduti per la liberazione di Faenza.
A tutte queste iniziative parteciperanno rappresentanti delle Forze Armate, delle Associazioni partigiane, d’arme e combattentistiche, delle Associazioni di volontariato e delle scuole faentine.
Il programma delle celebrazioni si concluderà nel pomeriggio di sabato 18 dicembre con la proiezione, alle ore 15.00, al centro sociale Laderchi (corso Garibaldi, 2), del film di Giorgio Diritti “L’uomo che verrà”.
Le celebrazioni per il 66° anniversario della liberazione di Faenza sono promosse congiuntamente dal Comune di Faenza, dalla Provincia di Ravenna, dal Centro sociale Laderchi, le Associazioni partigiane e dal Comitato unitario antifascista.