I duecento anni del Cimitero monumentale di Faenza
La visita guidata di sabato 22 ottobre è il primo di tre appuntamenti che la Pro Loco dedica quest'anno al bicentenario del Cimitero Monumentale di Faenza, programmati in collaborazione con Azimut che gestisce il cimitero.
La prima visita sarà dedicata alla storia del luogo e alle opere conservate in chiesa e nei chiostri antichi, originariamente risalenti al Quattrocento e al Cinquecento.
Prima del 1816, l’area era stata sede di comunità religiose. Già dal XII secolo avevano vissuto qui i monaci dell’Abbazia di S. Perpetua e S. Felicita, cui subentrarono nel XV secolo i Francescani. Accolti in città e protetti dai Manfredi, i frati poterono fondare un loro convento e una chiesa dedicata a S. Girolamo nel 1444, che divenne per i Signori luogo deputato alle sepolture di famiglia.
L'attuale cimitero fu istituito appunto nel 1816 dopo il "fallimento" di quello precedente, il primo della città in senso moderno, ai sensi dell'editto napoleonico di Saint-Claud del 1804 che stabiliva, per la prima volta, il diritto naturale alla sepoltura per qualunque essere umano, indipendentemente dal censo, e affidava la "disciplina mortuaria" all'autorità comunale. Quest'ultima aveva individuato in un primo tempo un'area a nord della città fuori Porta Ravegnana, nei pressi della chiesina di San Rocco tuttora esistente, ma quel primo camposanto funzionò per soli cinque anni, rivelandosi inagibile per gran parte dell'anno a causa degli allagamenti. Acquistato nel 1816 il vecchio convento dell'Osservanza soppresso da Napoleone, la municipalità vi realizzò l'attuale cimitero, procedendo per gradi a una serie di ristrutturazioni: la chiesa, di origini quattrocentesche, venne ingrandita e rimodernata dal faentino Pietro Tomba, mentre un altro architetto, di origini ticinesi, Costantino Galli, costruì nel 1858 il magnifico colonnato ad emiciclo. Come modello architettonico fu presa piazza Plebiscito a Napoli, con la variante del materiale, invece della pietra grigia si utilizzò il laterizio che con il suo caldo color cotto risultava più adatto ad accogliere il visitatore.
Per le tombe i faentini si rivolsero ad affermati artisti, soprattutto scultori e plasticatori che, anche su disegni del geniale Felice Giani, realizzarono nel tempo il cimitero che oggi conosciamo, che è, certamente, un luogo dedicato in primis al raccoglimento e al dolore privato, ma risulta anche essere la maggior raccolta faentina per quanto riguarda la scultura e alcune arti applicate (ad esempio il ferro battuto) tradizionali faentine.
Ritrovo per tutti i partecipanti alla visita alle ore 15.00 al Cimitero dell'Osservanza, in viale Marconi. Partecipazione gratuita.
Inoltre, nella mattinata di sabato, alle ore 10.30, è prevista una visita straordinaria al teatro Masini, nell'ambito della Giornata nazionale dello spettacolo dal vivo, dedicata ai luoghi di spettacolo teatrali. Costruito da Giuseppe Pistocchi nel 1780-1787, il "Masini" è uno dei teatri più eleganti e meglio conservati dell'intera Italia settentrionale. Al di fuori degli orari di spettacolo e con la possibilità di accedere anche a luoghi insoliti, come il palcoscenico, i palchetti e la torre scenica, il Masini risulta ancora più emozionante.
Ritrovo in piazza Nenni; la partecipazione è gratuita. Informazioni e prenotazioni presso la Pro Loco Faenza (Voltone Molinella 2 – tel. 0546 25231; e-mail: info@prolocofaenza.it - sito web: www.prolocofaenza.it ).