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Giovanni Pianori e l'attentato a Napoleone III

16 Dicembre 2013

Venerdì 20 dicembre, alle ore 21.00, presso la Pinacoteca comunale di Faenza (via S.Maria dell'Angelo, 9) lo scrittore romagnolo Enzio Strada presenterà il suo libro “Giovanni Pianori detto Brisighellino. Osare e morire per l'Italia e per Mazzini”.

Oltre all'autore interverranno alla presentazione il sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi,, il direttore della Pinacoteca comunale Claudio Casadio, Roberto Balzani, docente dell'Università di Bologna e sindaco di Forlì, e il direttore de Il Pensiero Mazziniano Pietro Caruso.

Coordinerà l’incontro Andrea Dolcini dell'Associazione “Alteo Dolcini”.

Il volume che viene presentato venerdì prossimo è edito dall'editrice Carta Bianca di Faenza e nelle 300 pagine pubblicate riporta il frutto di oltre quaranta anni di ricerche su Giovanni Pianori e la storia del Risorgimento italiano.

L’autore ha svolto una imponente opera di ricerca e analisi dei documenti conservati negli archivi di Londra, Parigi, Roma, Torino, Firenze, Ravenna, Faenza e soprattutto nell’Archivio Segreto Vaticano. Il risultato è un testo che ricostruisce, dopo oltre centocinquanta anni, la vicenda di Giovanni Pianori e il suo attentato contro l’imperatore francese Napoleone III. Un’opera che già dalle prime pagine introduce il lettore nelle vicissitudini del Brisighellino con uno stile sospeso fra l’inchiesta giornalistica e il giallo storico.

Giovanni Pianori, nato nelle colline di Brisighella nel 1823, ha vissuto fin da bambino a Faenza dove faceva il calzolaio e aderì alle associazioni in lotta per l'Indipendenza e l’Unità d'Italia. Abitante nella zona di Sant'Ippolito fu uno degli aderenti alla Macchia Grande, partecipò ai moti di Scavignano guidati da Raffaele Pasi e nel 1848 combatté a Vicenza durante la Prima Guerra di Indipendenza e difese la Repubblica Romana di Mazzini e Garibaldi affossata da Luigi Napoleone Bonaparte. Costretto all'esilio in Francia e in Inghilterra, il 28 aprile 1855 a Parigi, sui Campi Elisi, Pianori sparò due colpi di pistola contro l'Imperatore francese. Dopo un processo farsa (senza interprete e praticamente senza difesa) fu condannato a morte mediante ghigliottina, che il Brisighellino affrontò con incredibile coraggio al grido di Viva la Repubblica, Viva l'Italia.

Mazzini rese omaggio alla memoria di questo patriota con parole che non aveva mai usato per nessuno: Pianori era stato capace di «osare e morire» e aveva reso un «servigio alla Patria».