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Giacomo Leopardi difensore degli ebrei nella Bologna papalina del primo Ottocento

17 Gennaio 2017

Nell'ambito delle celebrazioni della Giornata della Memoria 2017, giovedì 19 gennaio, alle ore 18.00, nella sala Dante della Biblioteca comunale (via Manfredi 14) sarà presentato il saggio "Leopardi a Bologna", di Pantaleo Palmieri e Angelo Fregnani, pubblicato nel 2016 a Faenza dai Fratelli Lega Editori.

All'incontro interverranno il presidente del Consiglio comunale Luca de Tollis, la direttrice della Biblioteca comunale manfrediana Daniela Simonini e Pantaleo Palmieri, studioso di Leopardi e primo autore del volume.

Palmieri parlerà, in particolare, del sostegno offerto da alcuni intellettuali italiani alla causa ebraica, fra i quali il nostro maggiore poeta, Giacomo Leopardi, ospite per alcuni mesi a Bologna negli anni '20 dell’Ottocento.

Nel secondo decennio dell’Ottocento nello Stato pontificio, dopo le conquiste sul piano dell'emancipazione e dell'uguaglianza portate dell'amministrazione napoleonica, la cappa del pregiudizio tornava a colpire gli ebrei italiani, con la Restaurazione e il ripristino delle misure restrittive.

Solo alcuni lungimiranti spiriti, fra essi Leopardi, si opposero a questa deriva autoritaria.

La vicenda bolognese fu il tentativo - in sostanza fallito, ma non per questo meno prezioso - di rispondere a una pubblicazione antisemita del frate dominicano Ferdinando Jabalot. Nelle lettere bolognesi fra il poeta e il suo mentore, Pietro Giordani, appare fra i possibili collaboratori la figura di un finora misterioso "Israello", qui per la prima volta identificato con il rabbino Isacco Samuel Reggio, esponente in Italia dell'Haskalah, l'illuminismo ebraico.

Una rete assai interessante di relazioni, sconosciuta agli stessi specialisti di Leopardi, che era rimasta in ombra e che sarà sicuramente oggetto di nuovo interesse fra gli studiosi.