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GIOVANNI BOLDINI E LA PARIGI DEGLI IMPRESSIONISTI

17 Novembre 2009

Gli anni trascorsi in Francia dall'artista sono illustrati da Marcella Vitali in una conferenza in Pinacoteca
Sarà dedicata alla mostra attualmente ospitata a Palazzo Diamanti a Ferrara, dal titolo "Giovanni Boldini nella Parigi degli impressionisti", la conferenza di Marcella Vitali in programma venerdì 20 novembre 2009, alle ore 17.30, nei locali della Pinacoteca comunale (via S.Maria dell'Angelo, 9).
La conferenza, organizzata in collaborazione con la sezione di Faenza di Italia Nostra, rientra nel ciclo di conferenze stagionali della Pinacoteca comunale faentina.
La mostra "Giovanni Boldini nella Parigi degli impressionisti", aperta fino al 10 gennaio 2010 a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, approfondisce, in particolare, i primi quindici anni trascorsi nella capitale francese da Giovanni Boldini, quando il giovane pittore si era distinto come artista poliedrico.
A Parigi, tra il 1871 e il 1886, prima di divenire uno dei più contesi ritrattisti del bel mondo, Boldini si era distinto per le sue capacità di dare vita a opere di ogni tipo: dalle scene di genere alle vedute di città, dai paesaggi agli interni d'atelier, dai nudi ai ritratti. Tuttavia, in seguito, il successo come ritrattista fu tale da far dimenticare, almeno fino ad anni recenti, la sua attività precedente con la quale, al pari dei colleghi impressionisti, ma con uno stile diverso e personale, Boldini si impose come uno dei protagonisti della rappresentazione della vita moderna. Nella mostra, che sarà presentata nella conferenza faentina da Marcella Vitali, sono in esposizione un centinaio di opere che partono dalle realizzazione degli anni fiorentini, dal 1864 al 1871, dove l'artista si distinse come uno dei principali artefici della rivoluzione attuata in quegli anni nel genere del ritratto borghese, dando vita a una rappresentazione del modello non più stagliato su uno sfondo neutro bensì all'interno di un ambiente, colto in attività quotidiane o in momenti di intimità, o circondato dagli oggetti che parlano della sua vita e del suo lavoro.
L'ultima sezione della mostra, dopo gli approfondimenti dedicati ai vari soggetti dipinti da Boldini negli anni indagati, è rivolta, in particolare, ad alcuni tra i più celebri ritratti realizzati negli anni Novanta. Le sue grandi effigi furono notate per l'originalità compositiva, la sensualità, per il dinamismo delle linee e la sapienza tecnica.
Fra le composizioni più celebri di questi anni vi sono quella di James Whistler del Brooklyn Museum o alcuni tra i suoi più affascinanti ritratti femminili, come quelli di Lady Colin Campbell della National Portrait Gallery di Londra, di Madame Max del Musée d'Orsay e di Cléo de Mérode, capolavori assoluti con cui Boldini definì l'ideale femminile del tempo: un perfetto connubio di eleganza, sensualità e inquietudine.