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Foibe, il giorno del ricordo

09 Febbraio 2015

Le foibe - dal latino fovea (fossa, cava) – sono le cavità carsiche scavate dai fiumi nelle viscere della terra attraverso un processo di lenta erosione nel corso dei millenni, che alla fine della seconda guerra mondiale si trasformarono in fosse comuni per migliaia di italiani. Una tragedia che ebbe il suo culmine durante l’occupazione di Trieste da parte delle truppe di Tito.

Per ricordare tutte le vittime delle foibe, del genocidio anti italiano commesso dagli jugoslavi e dell’esodo giuliano dalmata, è stato istituito - con la legge n. 92 del 30 marzo 2004 - il “Giorno del ricordo”, che si celebra ogni anno il 10 febbraio.

Queste le motivazioni riportate nel testo della sopracitata legge: “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale…

A Faenza il “Giorno del ricordo” è commemorato dall’Amministrazione comunale con due eventi, programmati nelle giornate del 10 e 14 febbraio prossimi.

Domani - martedì 10 febbraio - alle ore 18.00, nella chiesa dei Caduti in corso Matteotti, si terrà una santa messa in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, celebrata dal vescovo della Diocesi di Faenza e Modigliana mons. Claudio Stagni. Al termine della funzione religiosa sarà inoltre deposta una corona di fiori a ricordo di tutte le vittime delle foibe.

Sabato 14 febbraio, alle ore 10.00, nella sala del consiglio comunale di Palazzo Manfredi: "Il magazzino delle storie dimenticate", video intervista a Simone Cristicchi sulle foibe e l'esodo, degli studenti della classe 3^B del liceo Torricelli di Faenza.

L'intervista è stata realizzata dagli studenti del liceo in occasione dello spettacolo "Magazzino 18", presentato dal cantautore romano a Faenza, al Masini, il 14 novembre scorso.

Un testo teatrale che racconta una pagina dolorosa della storia d'Italia, mettendo in scena lo stato d'animo, il dolore e la sofferenza di intere famiglie che dopo il Trattato di Pace del 1947, con cui l'Italia perse vasti territori dell'Istria, decisero di lasciare le terre natali, destinate a non essere più italiane, e abbandonarono le loro città e le loro radici.

L'appuntmento sarà aperto dai saluti del sindaco Giovanni Malpezzi e del presidente del consiglio comunale Luca de Tollis. Il video sarà introdotto dalla professoressa Elena Romito.