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Dino Campana e Faenza

11 Ottobre 2016

Sabato 15 ottobre, nell’ambito delle visite guidate d’autunno, la Pro Loco Faenza propone l’itinerario completo “Dino Campana e Faenza”.

Si tratta di un percorso realizzato dal Comune di Faenza su ideazione di Stefano Drei (Liceo “E.Torricelli”) e Claudio Casadio, direttore della Pinacoteca comunale, composto da quattordici tappe, con altrettante targhe in ceramica collocate, appunto, nei luoghi fisicamente, evocativamente o simbolicamente collegati alla figura del grande poeta marradese.

Dino Campana arrivò a Faenza, forse per la prima volta, nel 1897, per iscriversi all’istituto Salesiano come studente ginnasiale e in quell’occasione la famiglia prese in affitto, nella vicinissima via Bondiolo, una piccola casetta che è stata topograficamente individuata. A Faenza Campana compì gli studi ginnasiali e liceali negli anni a cavallo fra ottocento e novecento, anni cruciali anche per la sua formazione.

Ma Faenza soprattutto gli rimase nel cuore: basti dire che è lei, anche se mai esplicitamente nominata, «la vecchia città rossa di mura e turrita» con cui si apre “La Notte”, primo capitolo dei Canti Orfici.

Alle immagini cittadine, ai monumenti e anche a luoghi apparentemente minori o comunque defilati, ma citati nei "Canti Orfici", è dedicato tutto il resto dell’itinerario di sabato prossimo, che va dalla piazza «con le logge ad archi bianchi leggeri e potenti» fino al «viale lunghissimo dei platani» che coincide con lo Stradone.

Ma si passerà anche da via Pascoli, ove Campana vide la «libera uscita settimanale» degli anziani degenti al Ricovero di Mendicità, ubicato allora nei locali dell’ex convento di Sant’Umiltà, dal Largo del Portello, dalla chiesa di San Rocco, via Nuova, e infine in Borgo, con l’attuale piazza Lanzoni.

Il ponte sul Lamone, con «gli archi enormemente vuoti su magre stagnazioni plumbee» e non coincidente con l’attuale Ponte delle Grazie che è di ricostruzione post-bellica (peraltro ai tempi di Campana c’era il ponte in ferro, completamente privo di archi), verrà invece “contemplato” all’interno di una casa privata che conserva su un muro una notevole raffigurazione (l’autore è Romolo Liverani) del Ponte delle Torri, distrutto nel 1842, ma che rimase nell’immaginario collettivo faentino e nell’iconografia, al punto da suggestionare anche il poeta marradese.

Nelle soste, alle informazioni storico-documentarie si aggiungeranno anche letture di brani originali dei "Canti Orfici".

Ritrovo per tutti i partecipanti alle ore 15.00, in bicicletta, presso la Pro Loco, nel Voltone della Molinella.

Prenotazioni obbligatorie. E’ richiesto un contributo di 2 euro a persona, che sarà destinato per i fini culturali della città.

Per informazioni e prenotazioni rivolgersi alla Pro Loco Faenza (Voltone Molinella 2 – tel. 0546 25231;  e-mail: info@prolocofaenza.it - sito web: www.prolocofaenza.it ).