DUE PARCHI E UNA STORICA PIEVE: SARNA
Sabato prossimo nuovo appuntamento con le visite guidate della Pro Loco per un itinerario da effettuare in bicicletta
Il prossimo appuntamento con le visite guidate primaverili della Pro Loco è programmato sabato 14 aprile a Sarna, luogo di attrattive naturali e culturali. Nei dintorni di Sarna ci sono ville tra le più importanti e belle del territorio faentino, sia per l’architettura, sia per i parchi che le circondano, in molti casi ben conservati nel loro assetto ottocentesco. Sarna possiede anche una pieve tra le più antiche del territorio, rifatta nel ‘700, ma ancora con gran parte dell’antico arredo - sculture rinascimentali, un affresco tardogotico, pale seicentesche - e con un quadro che è unico per storia e bellezza.
L’itinerario proposto è consigliato in bicicletta. Prima tappa sarà villa Ca’ Bruciata, presso Borgo Tuliero. Dell’originaria edificazione primo-ottocentesca essa conserva le serre-limonaie, con raffinato padiglione centrale e due ali a vetrate luminosissime. L’architetto, non identificato, appartiene alla cerchia di Pietro Tomba. Il parco presenta una parte a bosco da cui spunta una torretta in mattoni con funzioni paesaggistiche (dalla cima si ammirava Faenza). Tre chilometri più avanti si sosterà a villa Gessi, iniziando dal castelletto neo-medievale che sorge in cima al colle dove si sviluppa la parte agreste della proprietà. Si tratta di un buffo maniero-giocattolo, costruito nell’ultimo quarto del XIX secolo con gusto di revival, e che si vuole rievochi, in scala ridotta, le fattezze della rocca di Selvamaggiore, che qui sorgeva ma pare fosse già distrutta nel XII secolo. L’edificio che oggi vediamo, con le sue finestrelle tonde e la torre merlata, ha più del fumettistico che del militaresco, ed è una bizzarria inserita in un ambiente strano e piacevole. Il parco vero e proprio, per fascino naturale e per tipi di essenze, è tra i più importanti di tutto il territorio faentino. Vi troviamo piante di ogni genere: lecci, roverelle, siepi di lauroceraso, abeti, tassi, tigli, pini, platani e un cedro e una sequoia colossali, risalenti all’epoca di Antonio Zannoni, che nel 1868 progettò la villa.
Infine, la pieve di Sarna. Iniziando dall’esterno, si vedrà sulle fiancate qualche resto murario della primitiva costruzione attribuita all’VIII secolo. Il campanile fu eretto da Carlo Cesare Scaletta a inizio ‘700, mentre in fronte alla facciata ci sono un filare di cipressi e una doppia siepe di bosso piantata nel 1921 con funzioni prospettiche. Ma sono all’interno le opere più inaspettate: l’affresco del 1430 con un S.Antonio Abate dipinto da un ignoto autore, inquadrato da Anna Tambini nell’ambito del «maestro di San Pier Damiano»; tre sculture in pietra – un fonte battesimale e due tabernacoli – del ‘500, forse di un unico artista toscano o ispirato da modelli toscani; due tele del Missiroli, «pittor villano». La più sorprendente è però la pala dell’altar maggiore, di metà ‘700, raffigurante l’Assunta fra i santi Macario e Luigi, unica opera sicura di Nicola Valletti, pittore greco educatosi a Venezia e giunto a Faenza come segretario del vescovo Stay, anch’egli di origine greca. Il dipinto è di una luminosità e di una delicatezza che lo rendono assai diverso dalla pittura romagnola del periodo. Due porte dipinte del 1731 provenienti dalla vicina «Villa dell’Inquisitore», una panca coeva dipinta e datata, statue devozionali in cartapesta, arricchiscono inoltre il patrimonio di questa insolita chiesa.
Il ritrovo per i partecipanti alla visita è fissato alle ore 14.30 sotto la Torre civica, in piazza del Popolo, in bicicletta. Info e prenotazioni presso la Pro Loco (piazza del Popolo, 1 - Tel/fax 0546.25231; e-mail:
prolocofaenza@racine.ra.it
).