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“Cum grano salis”, una mostra di arte contemporanea di Maria Chiara Zarabini

04 Marzo 2013
Cum grano salis

“Cum grano salis” è il titolo della mostra che l’artista bolognese Maria Chiara Zarabini allestirà al palazzo Esposizioni di Faenza (corso Mazzini, 92) dal 16 marzo al 6 aprile 2013 (lunedì esclusi), dalle ore 16.00 alle 19.00. Si tratta di un progetto finalizzato a valorizzare “la sinergia che si viene ad effettuare tra corpo e paesaggio” per “creare un rinato rapporto di simbiosi che non vede l’essere umano come artefice di un processo di antropizzazione dell’ambiente, ma come entità compartecipe degli equilibri naturali”, in un’ottica – sono parole dell’artista – di “riappropriazione visiva, sentimentale e responsabile del nostro spazio-corpo”.

Maria Chiara Zarabini, diplomata nel 1983 al corso di Pittura della Accademia di Belle Arti di Bologna e laureata nel 1988 in Storia dell’arte Contemporanea al Dams di Bologna, fin dagli anni accademici ha iniziato la sua ricerca sugli sviluppi tridimensionali di alcuni materiali, quali la tela yuta, il legno e la rete di alluminio. Gli anni ’90 sono invece contraddistinti dalla sperimentazione di nuove modalità scultoree, sempre più lontane dalle tecniche tradizionali, tese agli aspetti installativi e al recupero di manualità dimenticate. L’interesse per la fotografia e il video, intesi come memoria, portano successivamente l’artista ad indirizzare la propria ricerca verso il genere autobiografico, attuale fase della sua ricerca, soprattutto attraverso la modalità del ritratto corporeo, inteso quale traccia del proprio passaggio. Docente di storia dell’arte, negli ultimi anni ha esposto a: (2009) Chicago, New York, (2010) Sabbioneta, Castel San Pietro Terme, Faenza, Ravenna, Imola, (2011) Faenza, (2012) Vimercate, Lecco e a Villa Corte di Brisighella, dove è attualmente allestita (fino al 18 marzo) la mostra “Corredo per Daphne”. Ha altresì al suo attivo una decina di pubblicazioni.

“Cum grano salis” sarà inaugurata sabato 16 marzo 2013, alle ore 19.00, alla presenza del vice sindaco e assessore alla cultura Massimo Isola; insieme al patrocinio del Comune di Faenza e del Comitato di Faenza Ravenna 2019 Capitale Europea della Cultura, la mostra ha il sostegno dell’associazione Heart, delle assicurazioni Toro e di Marco Minoccheri, financial advisor. Al termine seguirà un apertivo offerto dal ristorante Diffuso di Brisighella.

L’esposizione, dotata di uno specifico catalogo, con testi di Simona Bartolena e Serena Donigaglia Digiacomo, propone altresì un video prodotto sempre da Maria Chiara Zarabini, a cura dello studio J-Art di Castel San Pietro Terme, e una produzione ceramica relativa alla performance dell’artista, realizzata in collaborazione con lo staff del museo Carlo Zauli di Faenza. Durante il periodo espositivo, sono in programma inoltre alcuni eventi collaterati: il 16 marzo, giorno della inaugurazione, sempre al palazzo delle Esposizioni, è prevista una specifica performance artistica a cura dell’associazione 194 donne; sabato 23 marzo, alle ore 18.00, presso il museo Carlo Zauli, è in programma la presentazione ufficiale del catalogo della mostra con Simona Bartolena; giovedì 28 marzo (ore 18.00), al palazzo delle Esposizioni, è prevista una conferenza-dibattito sulla condizione femminile con la partecipazione dell’associazione 194 donne; infine, mercoledì 3 aprile, sempre a palazzo Esposizioni alle 18.00, il direttore della Pinacoteca comunale Claudio Casadio presenterà il libro “Il corpo solitario. L’autoscatto nella fotografia contemporanea” (Rubettino Editore) di Giorgio Bonomi; sarà presente l’autore.

Affermando che il progetto espositivo di Maria Chiara Zarabini è “fortemente legato ai linguaggi della contemporaneità”, l’assessore alla Cultura Massimo Isola sottolinea che la sua mostra si pone come un vero e proprio “laboratorio artistico in divenire, dove non si cerca di sviluppare una lettura del mondo da condividere o meno, ma si aprono traiettorie interpretative diverse, in una sorta di viaggio creativo che ama esplorare percorsi, aprire porte, indurre a interrogativi, e rende la performance dinamica e mai scontata, anche grazie al linguaggio tecnologico della fotografia e del video”.