BAMBINI SICURI IN AUTO
Una campagna informativa promossa dalla Polizia municipale e dall’assessorato all’Istruzione del Comune
I dati statistici sono veramente allarmanti: circa 11 mila bambini ogni anno restano feriti in incidenti stradali in Italia, e di questi circa 130 muoiono o restano invalidi.
E’ anche da queste cifre che nasce la campagna informativa “Bimbi sicuri in auto”, promossa dalla Polizia municipale e dall’assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Faenza.
La campagna consiste nella distribuzione, che viene fatta proprio in questi giorni, di materiale informativo a tutti gli alunni delle scuole materne e elementari del territorio faentino.
Si tratta di volantini dal titolo “Cinture di sicurezza: istruzioni per l’uso”, dove vengono fornite tutta una serie di informazioni finalizzate a rendere sicuro il viaggio dei bambini in auto.
Così si ricorda che tutti gli occupanti di un’auto, bambini compresi, devono viaggiare assicurati al sedile con idonei sistemi di ritenuta durante qualsiasi tragitto, sia anche brevissimo, come può essere, talvolta, quello da casa a scuola.
Sono poi spiegati quali sono i sistemi di ritenuta: fino a tre anni il seggiolino (che non può essere utilizzato sul sedile anteriore rivolto all’indietro, a meno che non sia stato disattivato l’airbag frontale, ovviamente se esistente), oltre i tre anni, invece, il seggiolino può essere sostituito da un adattatore, cioè un rialzo che consente di legare i bambini con le cinture di sicurezza in dotazione all’auto. Quando il bambino raggiunge la statura di 1,50 metri, può utilizzare semplicemente la cintura di sicurezza dell’automobile. E’ comunque consigliabile far viaggiare sempre il bambino sul sedile posteriore.
Nel volantino sono, inoltre, ricordate le sanzioni per il mancato rispetto di queste disposizioni: 68 euro per ogni occupante dell’auto (bambini e ragazzi compresi) che non utilizzano cintura di sicurezza o sistemi di ritenuta, con decurtazione di cinque punti dalla patente per il conducente.
In sostanza, diamo quindi un “calcio” alle cattive abitudini e ricordiamoci che far diventare abituale un gesto previsto dalla legge può salvare la vita ai nostri figli.