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Arte e storia nella presenza dei monaci camaldolesi a Faenza

14 Novembre 2012

Le visite guidate autunnali della Pro Loco proseguono sabato 17 novembre prossimo con un itinerario che porterà i visitatori nella chiesa di Sant’Ippolito, alla scoperta delle tracce lasciate nella storia e nell’arte della nostra città dai monaci camaldolesi.

Faenza, oltre ad avere ospitato entro le sue mura ben sei monasteri di monaci, monache ed oblate, ebbe l’onore, dopo Camaldoli, di accogliere nel 1547 la Curia generalizia di tutto l’ordine. Per più secoli, quindi, vide succedersi nell’insigne Badia di Sant’Ippolito il direttivo dei Camaldolesi, di cui fu capo il nobile duca ravennate Romualdo.

Nell’ultimo trentennio del secolo XVIII la chiesa, particolare espressione del tardo barocco dalle complesse interferenze romane e venete, venne ricostruita. Il progetto, di autore ignoto, fu realizzato dal costruttore G. Tomba.

Nell’interno varie sono le opere pittoriche di pregio. Dell’antica costruzione rimane la cripta, testimonianza notevole di architettura altomedioevale, composta da tre ambienti e realizzata con materiale di recupero romano e medioevale.

Il ritrovo dei partecipanti alla visita di sabato è previsto alle ore 15.00 davanti alla chiesa di Sant’Ippolito, in via Sant’Ippolito.

Informazioni e prenotazioni presso la sede della Pro Loco Faenza, (Voltone Molinella 2 - Tel/fax 0546.25231 – e-mail: prolocofaenza@racine.ra.it ).