ARTE E STORIA LUNGO LA VALLE DEL MARZENO
Nuovo appuntamento con le visite guidate della Pro Loco
«Arte e storia lungo la valle del Marzeno» è il titolo del prossimo appuntamento - sabato 28 ottobre - con le visite guidate autunnali, organizzate da Pro Loco, assessorato alla Cultura del Comune di Faenza e Pinacoteca comunale.
Si tratta di una duplice visita a chiese che, oltre a svolgere la loro funzione di culto, costituiscono importanti testimonianze del passato. Si inizierà dalla chiesa parrocchiale di Marzeno, da poco magnificamente restaurata. I lavori hanno restituito al monumento la sua identità settecentesca: la chiesa è opera di Gian Battista Campidori, il più dotato e il più geniale di una dinastia di costruttori che fu molto attiva nel XVIII secolo a Faenza e dintorni. Ma oltre all’architettura – di un barocco elegante e con qualche elemento di preludio all’imminente neoclassico – si potrà ammirare il bellissimo dipinto murale (un’imponente tempera su intonaco che fa da sfondo all’altare maggiore) con i quattro Evangelisti, ognuno con il relativo attributo simbolico. Si tratta di una rara opera d’arte sacra di Romolo Liverani, il celebre scenografo e vedutista faentino la cui presenza è documentata a Marzeno nel 1855, quando riparò nella non lontana Villa Gessi di Sarna per sfuggire all’epidemia di colera che aveva colpito Faenza. Oltre a lavori di decorazione nella stessa villa, il Liverani ricevette diverse commissioni, tra cui questa per la parrocchia di Marzeno. Il dipinto è pressoché unico nel suo genere: solo gli angioletti presentano qualche somiglianza con quelli affrescati, sempre dal Liverani, l’anno successivo nella chiesa del Suffragio. E’ stato riportato all’originario splendore da un accurato restauro condotto da Valerio Contoli. La visita si allargherà poi alle altre opere d’arte presenti in chiesa e in sagrestia, opere che, per quanto “minori”, possiedono sempre un grande valore documentario.
Si passerà quindi all’antica chiesa di San Pietro a Tossino, nei pressi del confine tra i comuni di Brisighella e Modigliana (confine che corrisponde a quello storico fra Stato Pontificio e Granducato di Toscana), dove si possono ammirare affreschi tra i più antichi della Diocesi faentina. I più arcaici, datati da Anna Tambini all’ultimo quarto del ‘200, raffigurano una Madonna con il Bambino in grembo, molto frammentaria, e soprattutto una Madonna orante ed un Santo che benedice due fedeli inginocchiati, di evidente retaggio bizantino (figure molto rigide, viste frontalmente o di profilo), ma dove si intravede già qualcosa della espressività popolare che caratterizzerà l’incipiente pittura romanica. Gli affreschi, tutti nel catino absidale, appartengono a diverse fasi, sia dal punto di vista stilistico che cronologico: oltre a questi troviamo infatti un notevole frammento di Giudizio Universale, attribuito (sempre da Anna Tambini) ad un artista anonimo – e convenzionalmente indicato appunto come Maestro di Tossino – di cultura bolognese e operoso attorno al 1360 circa, poi un trittico di santi (Pietro, Giovanni e Bartolomeo) assegnabile ad un altro maestro ancora, sia pur coetaneo e sempre di ambito bolognese.
Conclusione con il crocefisso ligneo appeso all’arco trionfale, di artista anonimo e popolaresco, ma sicuramente del XV secolo.
Ritrovo per la visita di sabato alle ore 15.00, con mezzi propri, nel parcheggio di via Argnani. Informazioni e prenotazione alla Pro Loco (piazza del Popolo, 1; tel./fax 0546.25231; e-mail:
prolocofaenza@racine.ra.it
).
Ufficio Stampa
Dr. Paolo Savorani