APPELLO PER SAKINEH
Gli/le assessore alle pari opportunità dei comuni del comprensorio faentino si uniscono alla forte mobilitazione e protestano per la sorte di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, la donna iraniana accusata di adulterio e di compartecipazione all'assassinio del marito, delitto confessato sotto tortura.
“Non possiamo tacere più a lungo” – affermano congiuntamente gli/le assessore – “sulle vicende che vengono alla luce e che coinvolgono tante donne a cui sono negati i più basilari diritti”.
“La vicenda di Sakineh è l’ultima balzata alle cronache, che per fortuna non ha ancora avuto l’epilogo preannunciato, grazie alla forte mobilitazione internazionale. Giungono però notizie per nulla tranquillizzanti da parte del suo avvocato che nega di aver avuto una qualsiasi notifica ufficiale della sospensione della lapidazione”.
“Il regime di Teheran si serve anche delle donne per affermare la propria forza ed incutere terrore nella popolazione, per impedire qualsiasi forma di opposizione e di dissenso, così come ci dimostrano le esecuzioni pubbliche”.
“La nostra preoccupazione è rivolta non soltanto a Sakineh, ma a tutte le altre 20 donne che sono prigioniere in attesa di essere giustiziate e che una volta calati i sipari sulla vicenda Sakineh rischiano di vedersi eseguire la condanna. Timore condiviso anche da esponenti della Lega iraniana per la difesa dei diritti umani : da quando in Iran è al potere Mahmud Ahmadinejad, ricordano, c'è almeno un’esecuzione al giorno di condanne a morte”.
“Non possiamo nemmeno dimenticare le moltissime donne nel mondo vittime sacrificali di un potere patriarcale, sessista e misogino di cui quotidianamente ci danno notizia le cronache”.
“Siamo fortemente convinte” – concludono gli/le assessore – “che, finché ci sarà anche una sola donna, in qualunque parte del mondo, oggetto dell’odio e del potere maschile non ci sarà alcuna reale garanzia di libertà e di parità per nessun’altra”.