AMPLIATA LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI
È un sentimento di viva soddisfazione, quello espresso dal sindaco Giovanni Malpezzi in riferimento all’approvazione in Consiglio comunale del regolamento che istituisce i nuovi organismi di partecipazione popolare alla vita amministrativa della città, sulla base della suddivisione “storica” dei quartieri. Va ricordato, infatti, che la modifica all’art.17 del testo unico degli enti locali, avvenuta nel 2007, ha innalzato a 100mila abitanti la soglia minima di popolazione per l’esercizio da parte dei comuni della facoltà di istituire le circoscrizioni di decentramento. Abolizione per legge, dunque, che non ha però impedito di cercare una soluzione che garantisca il grande patrimonio di esperienza partecipativa che le circoscrizioni hanno rappresentato per Faenza, fin dal lontano 1971.
“Chi sostiene che questo regolamento istituisca organismi inutili, perché senza poteri – ha precisato il sindaco –, non ha compreso che la legge vieta di far resuscitare le circoscrizioni, così come le abbiamo conosciute fino ad oggi, le quali hanno rappresentato veri e propri presidi istituzionali e amministrativi con facoltà di gestione di servizi comunali decentrati. Occorreva invece pensare ad un nuovo modello, utile ad ampliare la partecipazione dei cittadini alla discussione ed alle decisioni della Amministrazione comunale, strumenti cioè in grado di avvicinare sempre più la politica ai cittadini: un obiettivo che mi sono posto fin dall’inizio del mio mandato”.
“Non corrisponde assolutamente al vero – prosegue Malpezzi –, che i futuri consigli di quartiere avranno minor potere rispetto ad altri organismi simili, quali, ad esempio, la consulta degli stranieri. Per entrambi, infatti, avendo le stesse funzioni consultive, è previsto l’obbligo da parte dell’Amministrazione comunale di fornire spiegazione nel caso ritenga di non recepire, o recepire parzialmente, le proposte formulate. Così, come è espressamente prevista, un’apposita seduta di Consiglio comunale, almeno una volta l’anno, in cui discutere le relazioni dei presidenti dei quartieri sulle problematiche relative al proprio territorio”.
“Per quanto riguarda la possibilità di voto ai giovani, fin dal compimento del sedicesimo anno d’età, e agli stranieri residenti, in regola col permesso di soggiorno – conclude il Sindaco –, ricordo che essa è prevista da un preciso articolo del nostro statuto comunale. Del resto, trattandosi di organismi consultivi e di partecipazione democratica, non si capisce il motivo per il quale non prevedere il massimo coinvolgimento possibile”.