Dino Campana e Faenza
Uno straordinario percorso nella città di Faenza racconta, con il materiale ceramico, la poesia e i luoghi di Dino Campana.
Il progetto del percorso "Dino Campana e Faenza" è nato nell'ambito delle manifestazioni tenute nel 2014 per i cento anni dalla pubblicazione dei Canti Orfici.
“Faenza. Una grossa torre barocca:
dietro la ringhiera una lampada accesa:
appare sulla piazza al capo di una lunga contrada
dove tutti i palazzi sono rossi
e tutti hanno una ringhiera corrosa:
(le contrade alle svolte sono deserte).
Qualche matrona piena di fascino.
Nell’aria si accumula qualche cosa di danzante.
Ascolto:la grossa torre barocca ora accesa
mette nell’aria un senso di liberazione”...
Il progetto è stato realizzato dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Faenza, a partire da un'idea del prof. Stefano Drei, con il prezioso sostegno di HERA S.p.A. e con la collaborazione del Settore Territorio del Comune di Faenza. Le targhe sono state realizzate dalla ditta Digicer di Faenza.
Al centro della narrazione poetica di Dino Campana c’è il nomadismo frenetico che caratterizzò anche la sua biografia. Troviamo nella sua opera racconti e suggestioni ambientati in paesi stranieri come il Belgio, la Spagna e l’Argentina, ma anche in quattro città italiane che egli ben conobbe: Faenza, Bologna, Firenze e Genova. Sono luoghi in cui il poeta arriva per poi ripartire, ma Faenza è un luogo diverso: è il trampolino di lancio delle sue speranze, delle sue visioni e del suo racconto. Faenza è la città riconoscibile fin dall’incipit dei Canti Orfici («Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita, arsa su la pianura sterminata nell’agosto torrido……»).
Sono molti i luoghi del libro in cui è possibile identificare scorci faentini. Sono completamente ambientate a Faenza due sequenze: quella iniziale, in cui sono riconoscibili il campanile di Santa Maria Vecchia, piazza S. Rocco e il borgo Durbecco, e quella centrale che si apre con una descrizione della piazza principale, con il suo «carattere di scenario nelle logge ad archi bianchi leggieri e potenti», affollata di personaggi («qualche matrona piena di fascino», la «pescatrice povera» che passa) e simboli («la grossa torre barocca»). Altri riferimenti faentini meno espliciti, ma documentabili, sono disseminati in tutta l’opera.
Da questi sicuri riscontri è nata l’idea di realizzare un percorso all’interno della città di Faenza, segnalato con targhe in ceramica serigrafata, che introduce ai luoghi faentini di Dino Campana e consente nello stesso tempo di avvicinarsi alla lettura delle pagine di questo autore.
Sono state dunque realizzate 14 targhe in ceramica della dimensione di cm. 70 x 50 contenenti testi tratti dai Canti Orfici che hanno riferimento sicuro alla città di Faenza, una breve descrizione del luogo e una fotografia che ritrae il luogo all'epoca di Dino Campana.
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