Fontanone
Via G. da Oriolo
La prospettiva o "Fontanone", come è comunemente denominato dai Faentini, costituisce lo scenario architettonico in fondo ad uno dei viali più importanti della città, lo Stradone. L’impianto generale di Viale Stradone risale al 1816. Rimase fino alla metà del secolo scorso come tracciato sconnesso in terra battuta con una alberatura a base di alianti. L’attuale sistemazione, con carreggiata centrale rilevata rispetto ai due viali laterali regolarmente piantati a platani, risale al 1860.
Nel 1823 la Deputazione del Pubblico Passeggio, in accordo con il gonfaloniere Antonio Margotti, decise di completare il viale con un edificio che fungesse da prospettiva terminale e che venisse utilizzata, analogamente a quella omonima di Parma progettata da Petitot e terminata nel 1765, come luogo di ritrovo e di ristorodurante le passeggiate domenicali fuori porta.
La Deputazione, per la costruzione dell’edificio, indisse una sottoscrizione dandosi l’obiettivo di raccogliere 1200 scudi, di cui 1000 da destinare alle opere edili e 200 a premio di lotteria a favore dei sottoscrittori. Il 26 Agosto 1823 venne pubblicato il manifesto di apertura della pubblica sottoscrizione; il successivo 30 Ottobre, data di chiusura delle “liste”, si dovette constatare che di scudi ne erano arrivati meno della metà, non sufficienti per la realizzazione di alcuni dei progetti in possesso della Deputazione. Venne indetto un nuovo bando rivolto ad artisti locali e alla Scuola do Disegno, che aveva anche un corso di Architettura diretto da Pietro Tomba (1774 – 1846), ponendo un limite di spesa per le opere edili di scudi 500.
Il monumento della Prospettiva venne costruito nell’estate del 1824, sul luogo dove già esisteva una conserva di acqua dell’antico acquedotto, utilizzando uno dei due progetti vincitori sotto la direzione lavori di Pietro Tomba. I lavori vennero eseguiti dalle imprese dei due capomastri Paolo Fattori e Gaetano Petronici. La Prospettiva aveva al suo interno una sala per la mescita di caffè e bibite tipo Kafehaus. Veniva frequentata nei giorni di festa e nei pomeriggi estivi come punto di incontro delle famiglie dell’aristocrazia e dell’alta borghesia, che, in carrozza, esibivano i loro equipaggi più lussuosi, uscendo da Porta Imolese per rientrare da Porta Montanara attraversando la piazza maggiore.