Conoscere Faenza
Che è rimasto, oggi, della Faenza leggendaria dei Manfredi, di quella misuratissima del neoclassicismo, o della città ardente e misteriosa di Dino Campana?
La città, a saperla guardare e scoprire, è ancora tutte queste cose insieme e sorprendente è la ricchezza dei suoi monumenti e dei capolavori che contiene, come se le ferite di oltre 50 anni fa col tempo si fossero fatte più lievi. I palazzi, le chiese, gli istituti museali e culturali costituiscono un patrimonio a disposizione del visitatore che voglia ripercorrere un passato sempre pieno di fascino.
In particolare è possibile leggere Faenza per epoche secondo suggestivi itinerari, o conoscerla a fondo per quartieri, gli antichi Rioni in cui il centro urbano è diviso sin dal medioevo.
Ma anche la Faenza dei musei merita di essere approfondita. L'istituto di maggior prestigio è naturalmente il Museo Internazionale delle Ceramiche, in crescita da anni secondo un intelligente progetto di ristrutturazione ed ampliamento che lo sta rendendo sempre più interessante e godibile sia per lo studioso che per il turista più inesperto. Periodicamente, poi, l'istituto ospita importanti mostre, nonché le opere selezionate per il Premio Faenza (ora diventato biennale). Altra tappa ineludibile è la visita a Palazzo Milzetti, non ancora museo del neoclassicismo, ma contenitore comunque straordinario di per sé.
Assai ricca (certamente la più importante di Romagna) è la Pinacoteca. Le collezioni della Pinacoteca sono ripartite in due sezioni: la Sezione Antica e la Galleria d'Arte Moderna. L'istituto contiene, tra l'altro, una pregevole collezione di nature morte del Sei-Settecento, molte opere di Baccarini e del suo Cenacolo, diversi dipinti di maestri del '900 come Morandi, De Pisis, Tosi e Martini. Per maggiori informazioni viasitare il sito
http://www.racine.ra.it/pinacotecafaenza/ita/collezionistoria.htm
Anche la Biblioteca possiede pezzi di grande valore tra cui alcuni preziosi incunaboli, un manoscritto musicale del '400, un'ampia raccolta di stampe e disegni.
Sul versante naturalistico-scientifico ricordiamo invece il Museo di Scienze Naturali "Malmerendi", immerso nel verde di un Giardino Botanico. L'edificio custodisce ricchissime raccolte ornitologiche ed entomologiche e poi minerali, fossili, reperti speleologici dei dintorni come un imponente cranio di elefante preistorico. Da segnalare, infine, il Museo Archeologico, anche questo, purtroppo, attualmente chiuso. Annovera pregevoli reperti, risultato di varie campagne di scavo: bellissimi sono i mosaici pavimentali di epoca romana, a testimonianza che in quell'epoca la città godeva di grande splendore.
Ma a Faenza è bello anche passeggiare senza mete precise, giocare a perdersi nei vicoli antichi, respirare il verde dei viali e dei tanti parchi incastonati nel tessuto urbano, vagabondare nei mercati, sedere a qualche tavolino ascoltando i discorsi della gente. Come ci fa sapere Campana cui la città ha regalato, nonostante tutto, ore di intensa, segreta gioia: "Ofelia la mia ostessa è pallida e le lunghe ciglia le frangiano appena gli occhi: il suo viso è classico e insieme avventuroso. (...) Ascolto i discorsi. La vita ha qui un forte senso naturalistico. Come in Spagna. Felicità di vivere in un paese senza filosofia".