Sviluppo architettonico
La storia faentina del '600 è assai simile a quella dell'ultima parte del secolo precedente. In posizione defilata all'interno di uno Stato di per sé assai arretrato, Faenza è poco più che una comunità da sfruttare economicamente. Gli avvenimenti di rilievo sono perciò soprattutto calamità: stanziamenti e ruberie di eserciti, carestie, pestilenze, terremoti. In questo secolo si evidenzia anche la rissosità di alcune famiglie aristocratiche, che gettano lutto e scompiglio nella cittadina. Tante difficoltà non frenano, ovviamente, il nuovo sviluppo di architetture ecclesiastiche e nobiliari. Tra le chiese ricordiamo la grandiosa costruzione di S.Maria dell'Angelo, eretta nel 1621 dai Gesuiti su progetto di Girolamo Rainaldi, in cui spicca il monumentale altare marmoreo di Francesco Borromini. Del 1647-67 è invece il tempio dedicato a S.Filippo Neri, detto "del Suffragio", dall'armoniosa facciata ancora tardo rinascimentale, mentre il rifacimento di S.Maria ad Nives (di cui si è già visto il bel Campanile medioevale) risale alla seconda metà del XVII secolo. Interessanti sono pure alcuni edifici gentilizi come l'ala più antica di palazzo Ferniani (1620 circa) e il poderoso palazzo Mazzolani, costruito a cavallo tra il Sei e il Settecento. In campo figurativo si fa strada il talento di Tommaso Missiroli (opere in Pinacoteca).