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Storia delle Arti figurative a Faenza

23 Novembre 2015

Venerdì 27 novembre alle ore 17,30 la Pinacoteca Comunale di Faenza (Via Santa Maria dell'Angelo n. 9) ospiterà la presentazione del quinto volume della collana "Storia delle Arti figurative a Faenza".

Alla conferenza  saranno presenti gli autori.

Il volume, realizzato come l'intera collana dalla sezione di Faenza di Italia Nostra con il sostegno della Fondazione del Monte e Cassa di Risparmio di Faenza e della Fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna, è dedicato alla pittura fino alla prima metà del Cinquecento.

La pubblicazione riempie un vuoto nella storiografia dedicata all'arte faentina: il secolo XVI fino ad ora non è stato tra i periodi più indagati dagli studiosi, che hanno invece privilegiato altri momenti come il periodo rinascimentale della Signoria Manfredi o l'età neoclassica e il periodo del primo Novecento.

Non sono in realtà mancati studi specialistici su singoli artisti o singole opere; ma una profonda analisi sul percorso storico delle arti a Faenza nel primo '500 che svelasse la complessità del momento, il ruolo dei pittori faentini, delle influenze e delle presenze di apporti eterogenei, secondo un taglio scientifico sorretto da un importante intento divulgativo.

Il volume, pubblicato da Edit Faenza, si avvale di importanti studi e contributi di Anna Colombi Ferretti, Claudia Pedrini e Anna Tambini ed è attento in modo particolare all'attività di tredici pittori.

Dei pittori che hanno operato a Faenza agli inizi del secolo ha scritto Anna Colombi Ferretti che ha esaminato in particolare Marco Palmezzano, Giovanni Battista Bertucci, Michele Bertucci, Lorenzo Costa e Francesco Zaganelli.

Anna Tambini ha analizzato specificatamente altri quattro pittori attivi nella prima metà del Cinquecento: Carlo Mengari, Sebastiano Scaletti, Sigismondo Foschi e Antonio di Domenico detto Antonio da Faenza.

Un capitolo è stato dedicato da Anna Colombi Ferretti a Girolamo da Treviso e Francesco Menzocchi, due pittori che hanno lavorato nella Commenda in Borgo e infine Claudia Pedrini ha scritto di Gaspari Sacchi e Innocenzo da Imola, due diversi pittori raffaelleschi per Faenza.

Grazie all' autorevole e approfondito apporto delle autrici il volume è nel complesso riuscito molto ricco e articolato, con un completo apparato iconografico che per la prima volta mostra in modo esauriente gli esiti della pittura faentina del primo Cinquecento. Molto interessante a questo proposito è stata anche la ricostruzione della dispersione del patrimonio che ha consentito di recuperare e riunire, almeno in una documentazione cartacea, opere che sono state prodotte e conservate a Faenza per secoli e che ora sono disperse in varie nazioni europee come Austria, Germania, Ungheria, Francia, Irlanda e Inghilterra o anche in altri luoghi più lontani come Honolulu, Boston e Baltimora.